La Nuova Sardegna

Nuoro

La Chiesa nell’era di internet

di Mario Girau
La Chiesa nell’era di internet

Oltre duecento sacerdoti agli stati generali del clero in Sardegna appena celebrati a Orosei

15 ottobre 2016
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NUORO. Anche i preti hanno bisogno di regole – spirituali – per essere sicuri di non deragliare. Le ha scritte il vescovo di Alghero-Bosa, Mauro Maria Morfino, che le ha comunicate agli oltre 200 sacerdoti partecipanti agli stati generali del clero sardo conclusi ieri in un grande albergo di Orosei. Necessità di regole – questa volta materiali – per evitare i dieci rischi, indicati dal sassarese don Mario Simula, nell’amministrare i beni ecclesiastici. In tre giorni di lavoro i preti hanno rinnovato la “cassetta degli attrezzi” utile ad affrontare al meglio la grande rivoluzione sociale, culturale e religiosa che ha interessato le 622 parrocchie dell’isola. L’obiettivo è diventare “servi premurosi del popolo di Dio”.

«È premuroso quel servo dal cuore grande – ha detto Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno – che ha la pazienza di camminare insieme, l’umiltà di riconoscere i propri errori, la disponibilità ad obbedire. Non un pastore di retroguardie, ma una guida sicura che ha il coraggio di discutere con Dio per intercedere a favore del suo popolo».

Un modello realizzabile se il prete evita alcune tentazioni, come la voglia di essere un uomo solo al comando e di ritenersi «padrone della vigna del Signore». Il segreto per eliminare tutti i pericoli il vescovo di Foligno l’ha indicato nella «cura della vita interiore», prima e più importante attività pastorale. Per nulla lasciare alla sperimentazione individuale, ecco i sette punti della regola di vita scritta dal vescovo di Alghero-Bosa. Al primo posto la celebrazione della Messa «fonte e culmine» della vita del prete. A seguire l’annuncio della Parola di Dio e «chiudersi» in confessionale.

Ovviamente la preghiera, rispettare il celibato, organizzare e non sprecare il tempo – compresa la full immersion in internet – e, infine, usare i beni secondo le esigenze della povertà evangelica. Su quest’ultimo fronte il vicario generale della diocesi di Sassari, don Mario Simula, ha messo in guardia parroci, anziani e giovani, dai rischi della superficialità nell’amministrare beni e soldi della parrocchia. Il pericolo più grande il ricorso a “vasi comunicanti” tra “tasca” del parroco e “tasca” parrocchiale. Tra i “peccati” amministrativi le spese a piacimento del parroco, la trasformazione dei sagrati delle chiese in mercati a cielo aperto – “irregolari, abusivi, senza controlli” – le feste dello spreco e acquisti ingiustificati. «La Chiesa di Sardegna ha bisogno di questi momenti unitari – ha detto monsignor Arrigo Miglio, presidente dei vescovi sardi, al termine del convegno – per programmare e realizzare una pastorale più incisiva anche a livello locale».

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