Inceneritore, sentenza nel mirino dei sindaci
Comitati, associazioni e amministratori locali criticano la decisione del Consiglio di Stato su Tossilo
MACOMER. La sentenza del Consiglio di Stato sulla questione dell’inceneritore di Tossilo, che ha accolto il ricorso della Regione e del Consorzio industriale di Macomer, ha sollevato critiche e condanne da parte delle associazioni e di alcuni sindaci della provincia. La sentenza sospende quella del Tar sardo (che invece aveva annullato gli atti autorizzativi che consentivano di riprendere i lavori nell’inceneritore). Sul banco degli accusati, ancora una volta finisce la Giunta regionale, rea di aver “dimostrato una totale incapacità nel confronto con i cittadini e all’interno del Consiglio regionale”. Contro la sentenza del Consiglio di Stato avevano preso posizione il comitato “Non bruciamoci il futuro” e l’associazione “Zero Waste Sardegna”, che in un comunicato hanno denunciato le loro preoccupazioni per “le nefaste conseguenze che l’atto può rappresentare nello sviluppo della battaglia per l’affermazione di un principio di legalità e di democrazia”.
Questa volta sono i sindaci di Olzai, Ester Satta, e di Sarule, Mariangela Barca, a denunciare la gravita della sentenza. “La decisione del Consiglio di Stato di accogliere la richiesta di sospensione della sentenza del Tar Sardegna che aveva annullato le procedure di approvazione del progetto di revamping dell’inceneritore di Tossilo – scrivono in una nota i due amministratori locali – desta molta perplessità e soprattutto una profonda delusione per chi, convintamente, porta avanti da anni una battaglia per la salvaguardia degli interessi delle comunità e del territorio”. Le accuse alla Giunta regionale, definita “incapace di ascoltare la voce dei cittadini e degli amministratori”, rappresenterebbero la dimostrazione del fallimento di una politica, definita “troppo impegnata ad imporre le decisioni, senza l’esigenza di condividerle con il territorio. Perché Tossilo è un problema principalmente politico”.
La nota prosegue: “È evidente che di fronte all’arroganza del potere, i cittadini e gli amministratori locali non contano nulla, ma dovranno rassegnarsi a subire le scelte di una politica miope e scellerata. La Giunta regionale dovrà, comunque, prendere atto che questo rappresenta un fallimento della politica. Noi continueremo a lottare per il nostro territorio e per le nostre comunità, consapevoli che la strada sarà lunga e difficile, in una regione che ha bisogno di una classe politica capace di proporre un nuovo modello di sviluppo e di crescita”. (pi.maro.)