La Nuova Sardegna

Nuoro

I comitati ora contestano il nuovo piano dei rifiuti

di Paolo Maurizio Sechi
I comitati ora contestano il nuovo piano dei rifiuti

Macomer, nelle previsioni l’impianto di Tossilo sarà dismesso solo nel 2030 «Aperto un percorso amministrativo che impedirà soluzioni alternative»

26 ottobre 2016
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MACOMER. I comitati Non bruciamoci il futuro e Zero Waste Sardegna intervengono ancora con una nota stampa sull'inceneritore di Tossilo, questa volta dopo l'aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti pubblicato sul sito della Regione che viene definito: «Costruito più per confermare il nuovo termovalorizzatore di Tossiolo, piuttosto che per governare nei prossimi 6 anni la gestione dei rifiuti con il buon senso e la verità dei dati che vengono proposti nell'aggiornamento stesso».

I comitati ambientalisti si riferiscono alla modifica del sistema di incenerimento a due poli (Cagliari-Sassari) scelto dalla Regione con il piano del 2008, con la cancellazione di quello previsto nel corridoio Sassari-Olbia e la sua sostituzione con il nuovo impianto di Tossilo.

«Si rileva dal piano aggiornato che a regime, nel 2022, si dovrà raggiungere una raccolta differenziata pari all' 80% e il secco da incenerire sarà pari a 158mila t/anno (138mila t/anno di secco residuo e 20mila t/anno da scarti di raccolta differenziata). I forni potranno quindi trattare 200mila t/anno di secco residuo (Cagliari 140mila e Tossilo 60mila t/anno) e lo stesso inceneritore di Tossilo potrà eventualmente essere dismesso dopo il 2030, vale a dire tra 15 anni, un tempo non certo breve e tantomeno salubre».

Per le due associazioni si tratta di incongruenze nelle scelte operate nell'aggiornamento del piano con una impiantistica di incenerimento sovrabbondante già dal 2020 rispetto alle quantità di rifiuti da incenerire, con una previsione sbilanciata e a favore dell'incenerimento piuttosto che al recupero di materia, «Sappiamo che la prima riunione sulla procedura aperta per l'aggiornamento del piano sarà riservata esclusivamente agli enti (provincie e enti strumentali della Regione) che niente hanno a che fare con le decisioni e le scelte politiche da effettuarsi nel territori e si terrà il 2 novembre, il giorno dei morti. Sarà anche questo un segnale? L'aggiornamento del piano è attualmente sotto procedura di assoggettibilità alla Valutazione Ambientale Strategica, prima ancora di essere sottoposto ad una sua discussione da parte della politica (locale e regionale) e dei cittadini, in contrasto con quanto previsto dalla normativa comunitaria e nazionale che garantiscono la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia jn materia ambientale».

«Nessuna consultazione – si precisa – è stata fatta, a quanto ci risulta neanche dalle amministrazioni locali, tra le quali in primis quelle del Marghine. Si desume che gli stessi estensori del piano, tutti rigorosamente filo inceneritoristi di vecchia data e in buona parte responsabili in qualche modo di diversi atti già giudicati illeggittimi dalle sentenze del Tar Sardegna, ritengono che l'aggiornamento del piano non debba essere sottoposto a Vas, aprendo così un percorso amministrativo che né la giunta o il consiglio regionale e tantomeno i Comuni e i cittadini potranno contrastare anche con proposte alternative all'incenerimento».

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