La Nuova Sardegna

Nuoro

L’Agrario investe sulla pompìa

di Homar Farina

Siniscola, l’Istituto trasforma in marmellata i resti di lavorazione dell’agrume tipico baroniese

01 dicembre 2016
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SINISCOLA. Attraverso un concorso nazionale l’istituto Pira, che comprende il Liceo scientifico e il professionale Agrario, in collaborazione con la sezione alberghiera del Luigi Oggiano, sono stati premiati dal “Programma made in Italy”, con un finanziamento di 50mila euro, volto a sostenere la lavorazione dei prodotti locali.

L’obiettivo è quello della creazione di una rete consorziata che possa utilizzare il nuovo laboratorio, in linea con tutte le disposizioni sanitarie in tema di alimentazione, da poco allestito nei locali dell’istituto Agrario per la lavorazione di “Sa pompia”, nell’intento di una proiezione sul mercato internazionale del prodotto derivato dalla trasformazione dell’agrume tipico della Baronia.

«Importante è stato il rapporto con l’Università di Sassari e con la Fareco – dice il dirigente scolastico Vincenzo Di Giacomo – nella realizzazione di una start up che ci permetta di mettere in lavorazione i residui della pompìa, da noi fornita all’azienda sassarese, che prima di ora era circoscritta all’estrazione di oli essenziali e prodotti per cosmesi. Riotteniamo quindi – continua Di Giacomo – il prodotto semi lavorato che noi facciamo rientrare in un circuito di lavorazione, che va integrato con il nostro eccesso di produzione che tratteniamo alla fonte».

Nel programma, che è stato portato avanti per circa un anno, i ragazzi della scuola secondaria rientrano in prima persona nella lavorazione di laboratorio, grazie all’assistenza fornita dal corpo docenti e dai tecnici di laboratorio, nella produzione di una serie di marmellate certificate che attendono ora di entrare a pieno diritto nel mercato gastronomico internazionale.

«La collaborazione sinergica con l’Università di Sassari – sottolinea il dirigente – ci ha permesso di venire a conoscenza delle qualità del prodotto, prima non conosciute appieno, oltre che di innestare sulla tradizione locale, ossia la marmellata che si è sempre fatta, quella che è la necessità produttiva per la vendita». L’istituto Agrario conta un agrumeto di 660 piante di pompìa, oltre ad un uliveto e altre produzioni ortivore, che potrebbero essere implementate col reinvestimento dei proventi derivanti dalla nuova fetta di mercato che l’istituto di secondo grado proverà ad affrontare, una volta delineato bene il tipo di prodotto da proporre sulle tavole tra le 8 varietà di marmellate lavorate finora e degustate nella mattinata di ieri daun pubblico che ha poi espresso un giudizio di merito. Per fare questo Vincenzo Di Giacomo ha le idee molto chiare. «È fondamentale per noi riuscire ad avere rapporti commerciali con gli albergatori del territorio, che utilizzino sulle loro tavole i nostri prodotti, così che possano essere conosciuti e apprezzati anche all’estero».

Il programma “Made in Italy”, che nasce in concomitanza con l’Expò di Milano, ha dato possibilità agli studenti degli istituti di Siniscola, di far parte in prima persona nel ciclo produttivo locale nella duplice veste fornita dal progetto, che si compone di una sezione didattica e di una da laboratorio, accrescendo, in questo caso, l’appartenenza ad un iter che parte dalla materia prima, passa attraverso il controllo e la certificazione e si conclude con la sfida di mercato. «L’integrazione del reddito agricolo – dichiara Vincenzo Di Giacomo – avviene anche attraverso un processo di trasformazione non più familiare ma semiartigianale, cosa che cerchiamo di far comprendere ai nostri ragazzi».

Il lavoro svolto dagli studenti verrà presentato in anteprima nella mattinata del 17 dicembre nei locali dell’istituto Agrario.

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