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Premiate le tesi di laurea sul parco di Tepilora

di Bernardo Asproni
Premiate le tesi di laurea sul parco di Tepilora

BITTI. La premiazione delle “Borse di studio Parco di Tepilora - Ciriaco Pala, arciprete di Gorofai”, è stata un’occasione per parlare dell’ambiente a 360 gradi, sotto l’aspetto umano, culturale,...

01 dicembre 2016
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BITTI. La premiazione delle “Borse di studio Parco di Tepilora - Ciriaco Pala, arciprete di Gorofai”, è stata un’occasione per parlare dell’ambiente a 360 gradi, sotto l’aspetto umano, culturale, educativo. «L’ambiente è una interferenza natura cultura» ha sostenuto lo studioso Bachisio Bandinu aprendo i lavori di presentazione del premio ideato da Michele Palmas, nipote dell'arciprete, e supportato da Ciriaco Ruiu. I lavori premiati sono: “Caratterizzazione ambientale storico archeologica di un’area compresa nel comune di Orosei quale supporto per lo sviluppo sostenibile del comune di Orosei”di Antonio Dessena di Orosei, laurea a Cagliari in Ingegneria, ambiente e territorio; “Il territorio costiero della Sardegna Nord Orientale nell’età del bronzo. Comuni di San Teodoro, Budoni, Posada,Torpè” di Maurizio Ceretta di San Teodoro, laurea a Bologna in Archeologia e cultura nel mondo antico; “Studio preliminare per la creazione e lo sviluppo di un museo diffuso di arte sacra e religiosità popolare a Bitti” di Giovanni Carru bittese, laurea a Siena in Sscienza della comunicazione e master diritto dei beni culturali a Sassari. Tre lavori diversi che evidenziano le potenzialità di un terreno, molte delle quali ancora sommerse. Bandinu citando come esempio il Parco di Tepilora, ha parlato del bene ambientale che diventa risorsa, uscendo dal meccanismo difensivo, passando all'investimento tramite l'educazione ambientale,per far riemergere la sua storia. Michele Palmas è stato critico verso i politici sardi che consentono di finanziare l’aratura delle colline creando gravi danni. Ruiu ha invece parlato dell’archeologia inserita nel bosco, mentre Antonio Dessena nel descrivere la sua tesi ha precisato che «le istituzioni non danno la possibilità di conoscere il territorio». Poi ha parlato del suo lavoro, basato su ricerche bibliografiche, attività di studio sul campo per chiudere nel nome di uno sviluppo sostenibile, mettendo in evidenza la natura dei terreni, le emergenze archeologiche (19 sul territorio preso in esame), il fiume. Uno studio che ha consentito, di individuare una ricchezza non indifferente, in alcuni casi difficile da recuperare. Valida la tesi, sviluppata da Maurizio Ceretta sui monumenti megalitici del suo territorio (nuraghi, tombe di giganti, domus de janas) con la cartografia, attraverso uno studio rivisto sul campo. Lo studio di Giovanni Carru, mirato a un museo diffuso dislocato sul territorio, è stato centrato soprattutto su Bitti, sulle sue chiese, sulle collezioni ex-voto che concorrono a creare un’identità più forte. «La proposta meramente organizzativa – ha precisato Carru – è che le due parrocchie in sinergia con la curia costituiscano un’associazione di scopo in cui convergano e permettano di fare uno studio di fattibilità».

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