La Nuova Sardegna

Nuoro

“B’Nu”, il trionfo del vino declinato al femminile

di Stefania Vatieri
“B’Nu”, il trionfo del vino declinato al femminile

La rassegna enologica ha riscosso un enorme successo con presenze da record Molte cantine premiate sono gestite da donne. Bene anche le degustazioni

06 dicembre 2016
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NUORO. Numeri da record chiudono la quinta edizione di “B’Nu” e “B’Week”, la rassegna dedicata ai grandi vini nazionali. Oltre tremila i visitatori che hanno preso d’assalto l’ExMè nella tre giorni dedicata al buon vino, centinaia le bottiglie stappate e fiumi di vino versati negli 800 bicchieri consegnati per le degustazioni nel week end lungo all’insegna del bere e del mangiare bene, organizzato dalle Camere di commercio di Nuoro e Oristano con il patrocinio del Comune e dell’assessorato regionale al Turismo. Questi i risultati della edizione numero cinque di “B’Nu”, che ha animato la città con le migliori aziende e cantine dell’isola (ben 300) ma non solo e la cucina di due grandi chef stellati: Roberto Petza del ristorante “S'Apposentu” e l’estrosa Clelia Bandini del ristorante “Lucitta”. E poi le degustazioni con gli abili ed esperti sommelier, con circa 200 partecipanti, e la musica jazz dell’associazione Intermezzo di Nuoro.

E poi, le 250 cantine in gara protagoniste del concorso enologico 2016 che ha premiato 124 vini con le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo. «Siamo molto contenti della grande partecipazione – commenta Agostino Cicalò, presidente della Camera di Commercio nuorese –. Ottime anche le adesioni al concorso che ha visto ben 124 etichette premiate, sintomo di grande qualità dei nostri vini. E se devo parlare del nostro territorio sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti dalle nostre cantine, che hanno guadagnato numerose medaglie – spiega Cicalò –. Questi risultati dimostrano ancora una volta quanto il mercato enologico dell’isola sia un’ottima prospettiva economica e culturale, anche per le donne che negli ultimi anni stanno conquistando una fetta importante del settore vitivinicolo isolano».

Mai come quest'anno il gentil sesso ha segnato il destino del vino, in vigna e in cantina, tra agronome e cantiniere, enologhe e raccoglitrici, commercianti e sommelier, o semplici appassionate. Un mondo sempre più declinato al femminile che ha portato la sua buona fetta di risultati, con una crescente presenza di cantine guidate da donne e molte di queste premiate con le ambite medaglie d’oro. Ne è un esempio la cantina Mastio di Galtellì guidata da Paola Hofmann e Daniela Loriga, abili cantiniere, sommelier e sopratutto nuore di Tonino Mastio titolare dell’azienda, che supportate dai mariti hanno deciso di riprendere in mano i 10 ettari dei vitigni di famiglia e trasformarli in un’avventura da 20mila bottiglie all’anno e un export che raggiunge i quattro angoli del Pianeta. Il loro Cannonau doc “Pontes” ha conquistato la medaglia d'oro.

«Ci siamo buttate in questo sogno spinti dalla grande passione per il vino – commenta Paola Hofmann, un mix di sangue ogliastrino e tedesco –. All'inizio è stata dura, le donne nel mondo enologico non sono ben viste e ci guardavano con distacco e diffidenza spesso sminuendo il nostro lavoro. Poi i fatti hanno parlato per noi». Un amore che si trasforma nella speranza di tramandare la passione per il vino che emerge dalle parole di Roberta e Angelica Tani, figlie d'arte e titolari della prestigiosa cantina Federica Tani di Monti, produttrice storica dei Vermentini di Gallura, premiata con l’oro per il suo sofisticato Cannonau “Donosu”. «Siamo cresciute in questo mondo – raccontano Roberta e Angelica —. Speriamo di tramandare questi valori alle nostre figlie che già apprezzano la vita in vigna».

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