La Nuova Sardegna

Nuoro

Il prefetto Meloni lascia la città «Qui ci sono grandi potenzialità»

Il prefetto Meloni lascia la città «Qui ci sono grandi potenzialità»

Era arrivato all’indomani del Ciclone Cleopatra e aveva gestito quell’emergenza con grandi capacità «Il problema più grave è la mancanza di lavoro, la Regione dovrebbe avere un occhio di riguardo»

31 dicembre 2016
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NUORO. Un servitore dello Stato che ha veramente dato tutto se stesso per cercare di migliorare le cose, affrontando problemi delicati e districando nei meandri di una burocrazia sempre più penalizzante. Dopo oltre 35 anni di impegno sempre profuso anche oltre il possibile, il prefetto Giovanni “Ninni” Meloni lascia oggi l’incarico e saluta la città che l’ha accolto all’inizio del 2014, qualche settimana dopo il passaggio del Ciclone Cleopatra che aveva devastato in maniera spaventosa il territorio.

«Il mio ingresso non era stato semplice – ha ricordato il prefetto –. La situazione era davvero complicata. Abbiamo lavorato duramente per cercare di riportare la situazione almeno a livelli accettabili, poi bisogna riconoscere l’impegno dell’allora commissario speciale dell’Anas per la ricostruzione, Pietro Ciucci e il ministero dell’epoca, Maurizio Lupi, sono stati molto presenti e hanno contribuito in maniera importante alla ricostruzione. E i lavori stanno procedendo ancora – ha insistitito Meloni – anche se i tempi delle burocrazia li conosciamo. Ma questi territori sono certo che si rialzeranno, perché qui c’è gente laboriosa che non si arrende davanti a nulla. Qui i problemi del lavoro sono enormi: la chiusura delle fabbriche, la crisi, lo spopolamento sono difficilmente superabili, ma credo che i nuoresi saranno in grado di farcela. Con l’aiuto logicamente di Stato e Regione che deve prestare una maggiore attenzione alle zone interne. Questo è un territorio che ha potenzialità enormi, ma è demotivato dai troppi tagli. I presupposti per crescere ci sono almeno per quanto riguarda il turismo, l’agroalimentare e l’industria della trasformazione legata alla campagna».

Parole sagge di un servitore dello Stato che ha conosciuto altri territori difficili, come la Calabria «dove però c’è la criminalità organizzata che qui non esiste» ha specificato. Ninni Meloni è stato al fianco di decine di prefetti e da ognuno di loro ha raccolto i segreti per gestire al meglio la pubblica amministrazione che poi ha trasfuso qui a Nuoro. E la sua esperienza la si è vista nella gestione dei flussi di migrazione. Tutto ha finora funzionato alla perfezione «perchè abbiamo preteso che i gestori delle strutture si rapportino con la Prefettura per ogni cosa – ha spiegato il prefetto –. Qui nel Nuorese e in Ogliastra la situazione è ancora gestibile e perfettamente sotto controllo, ma fino a quando? Gli ingressi ora stanno aumentando in maniera esponenziale queste esagerazioni complicano l’integrazione. Così come non sarà facilmente applicabile questa accoglienza diffusa di cui si sta parlando – ha aggiunto Meloni –. Come dovranno comportarsi i mediatori culturali? Chi controllerà i movimenti degli immigrati? Ora quando un ospite di una struttura non si presenta per due giorni, il tirtolare ce lo comunica e noi provvediamo a fare il provvedimento di esplusione. Che cosa succederà con l’accoglienza diffusa?» Una domanda alla quale non risponde e forse è anche contento così, visto che da domani mattina non sarà più un suo problema ma di chi prenderà il suo posto, anche a se a Nuoro, il prefetto Ninni Meloni, sassarese doc, ci sta lasciando il cuore. La nostaglgia si legge nei suoi occhi mentre riordina la scrivania.

Nel frattempo, a guidare la prefettura sarà il vice prefetto Vincenzo D’Angelo, una vita a Nuoro, in attesa della nominda del nuovo prefetto da parte del ministero. (plp)

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