La Nuova Sardegna

Nuoro

«Una storia di debiti e troppe negligenze»

di Paolo Merlini
«Una storia di debiti e troppe negligenze»

Concluso il primo mandato ma si va avanti per un altro anno per fare chiarezza su altri gravi errori amministrativi

10 febbraio 2017
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NUORO. La commissione d’indagine su alcuni casi eclatanti che hanno portato al dissesto finanziario delle casse comunali conclude il suo mandato e presenta una prima relazione sul lavoro svolto nel corso di un anno. E va avanti: solo tre dei cinque argomenti che si era prefissata sono stati trattati, ma ora il lavoro proseguirà per un altro anno con l’aggiunta di altri tre temi scottanti: il mai nato parco letterario Grazia Deledda, l’appalto del galoppatoio di Farcana e la perdita del finanziamento del “nuovo” palazzetto dello sport.

Ieri pomeriggio nell’aula di via Dante il consigliere Giuseppe Montesu, coordinatore della prima commissione d’inchiesta istituita dal consiglio comunale di Nuoro, ha letto la propria relazione conclusiva. Istituita nel novembre 2015, la commissione è composta da tredici consiglieri, uno per ogni forza politica presente nell’assemblea cittadina. Montesu ha letto le conclusioni dei temi sottoposti ad analisi: l’esproprio della strada di accesso alla nuova caserma dei vigili del fuoco dall’asse attrazzato, ancora l’esproprio di un’area nella zona Ortu e Tissi per consentire la costruzione del condominio della cooperativa di abitazione Olimpia, e infine il caso del debito milionario provocato dalla mancata costruzione del “vecchio” palazzetto dello sport.

Sono tutti casi originati da gravi negligenze – il giudizio dell’aula alla fine è stato pressoché unanime – che però sono lontane nel tempo (il 1978 per esempio nel caso della coop Olimpia). Di chi sono le responsabilità? Politiche e dirigenziali in ugual misura, il più delle volte, frutto di pressapochismo e superficialità i cui effetti si sono visti con il tempo, ha sottolineato Montesu, consigliere di “Nuova Nuoro”.«La regola è stata quella di bypassare le regole. Quando emergeva un problema, la palla veniva s calciata avanti, il più lontano possibile nel tempo. Una strategia del rimando che poi ha prodotto i frutti che conosciamo – ha continuato – cioè pesantissimi effetti sul debito comunale. Non sta a noi dire se ci sono stati comportamenti disonesti da parte di amministratori e dirigenti comunali, ma cioè che traspare in questi casi è la costante disapplicazione delle norme». Un concetto ribadito dal presidente del consiglio Fabrizio Beccu («la commissione d’indagine conoscitiva non è un’inquisizione, ma un tentativo di capire gli errori del passato per non si ripetano nel presente») .

I consiglieri intervenuti nella discussione hanno avuto giudizi positivi per il lavoro del coordinatore Montesu e degli altri commissari. Tore Lai (M5S) ha evidenziato come un modo di amministrare talvolta ai limiti della legalità abbia pesato sull’attuale debito del Comune; Emilio Zola (“Ripensiamo Nuoro”) parla di fiducia tradita, di manchevolezze che hanno prodotto una danno erariale, mentre per Basilio Brodu (“Cambiamento”) è necessario ripensare il rapporto tra Comune e giurisdizione, nel significato più ampio del termine, e lavorare per regole etiche comuni. Adriano Catte (Psd’Az) parla di un modus operandi quantomeno superficiale alla base dei casi analizzati, di un’elasticità delle regole che oggi appare impensabile, almeno lo augura. Pierluigi Saiu (“Uniti per Nuoro”) ricorda che la commissione non è sui debiti fuori bilancio, ma su alcuni episodi specifici. «Quanto ancora dovremo pagare e cosa ci aspetta in futuro? La situazione nuorese è unica in Sardegna», sottolinea. Paolo Manca (“La città in comune”) ricorda che il tentativo di istituire una commissione d’indagine era stato bocciato dalla maggioranza nel precedente mandato, mentre Michele Siotto plaude all’operazione trasparenza. (p.me.)

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