La Nuova Sardegna

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L’Ute presenta la “controstoria” di Francesco Casula

di Giovanni Maria Sedda
L’Ute presenta la “controstoria” di Francesco Casula

GAVOI. Domani, alle ore 18, nella sala consiliare, l’Universidade libera de sos ansianos presenta l’opera dello scrittore di Ollolai, Francesco Casula: “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”. Dopo il...

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GAVOI. Domani, alle ore 18, nella sala consiliare, l’Universidade libera de sos ansianos presenta l’opera dello scrittore di Ollolai, Francesco Casula: “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”. Dopo il saluto della presidente dell’Universidade, Mariangela Maoddi, seguirà la relazione introduttiva di Tonino Bussu, poi si aprirà il dibattito a cui seguiranno le conclusioni dell’autore. «Francesco Casula con quest’opera – spiega Tonino Bussu – vuole “istrumprare” (cioè stendere a terra con la lotta sarda), Carlo Felice insieme a tutti i tiranni sabaudi e credo che ce l’abbia fatta con motivazioni profonde, con una ricca bibliografia, con citazioni di storici anche filosabaudi come Giuseppe Manno o Pietro Martini, ma anche di storici italiani, piemontesi o stranieri che della monarchia sabauda non hanno certo dato un giudizio lusinghiero in quanto era una delle monarchie più retrograde d’Europa». Infatti il libro di Casula narra di 226 anni di dominazione sabauda dal 1720, quando col trattato di Londra la Sardegna è stata donata ai principi di Savoia, che grazie al possesso della Sardegna hanno acquistano il titolo di re, fino al 1946, quando col referendum istituzionale l’Italia è diventata Repubblica e quindi l’ultimo re, Umberto II è andato in esilio. Durante i primi ottanta anni di Regno piemontese del Settecento solo nell’ultimo anno il re Carlo Emanuele IV, mise piede nell’isola, ma da esiliato. Fino ad allora nessun re piemontese si era degnato di visitare l’Isola grazie alla quale aveva potuto avere il titolo di re. «Ma quest’opera di Francesco Casula – prosegue Tonino Bussu – è una “controstoria” scritta dal punto di vista dei sardi e per capirla a fondo necessita una profonda rivoluzione culturale che coinvolga le scuole dove ancora oggi si insegna molto poco la storia della Sardegna, si conosce poco la nostra lingua e la nostra cultura. Ebbene con l’opera di Francesco Casula invece la nostra storia riemerge dal dimenticatoio, esce allo scoperto, perché prima era bandita dalla società. Per conoscere veramente la nostra storia e per avere una nuova coscienza nazionale sarda, è necessario un nuovo 28 aprile permanente, una nuova “cacciata” dei Savoia dalle strade e dalle piazze dei nostri paesi, e soprattutto dalle nostre coscienze di Sardi per sostituirli con i nostri martiri, eroi, uomini illustri, poeti, scrittori, politici, uomini di cultura ecc. E per fare questo – conclude Tonino Bussu –abbiamo bisogno di opere come questa di Francesco Casula, abbiamo bisogno di riscrivere la nostra storia».

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