Minacce di morte al sindaco Farris
di Paolo Merlini
Trovato un plico davanti all’ingresso del municipio: all’interno 4 cartucce e un biglietto con pesanti riferimenti alla famiglia
27 maggio 2017
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SINISCOLA. Gian Luigi Farris è scuro in volto quando si avvicina agli agenti che hanno appena aperto il plico trovato ieri mattina all’ingresso del municipio, con l’intestazione “x il sindaco”. Ha visto il contenuto della busta da lettere, quattro cartucce per fucile calibro 12 e un biglietto di minacce. È soprattutto quest’ultimo a inquietarlo. Sono minacce di morte esplicite, che fanno riferimento agli affetti del primo cittadino, verso il quale vengono rovesciati anche epiteti di varia natura. Irriferibili.
Farris è molto turbato, come lo è stato sin dalla prima mattina, quando il plico è stato trovato davanti al portone del municipio. Nessuno, visti i precedenti, ha pensato a uno scherzo. Sul posto è arrivata immediatamente una pattuglia della polizia, che ha presidiato l’area e coperto la busta con una scatola di cartone. La missiva è stata aperta solo qualche ora più tardi, quando da Cagliari sono arrivati gli artificieri che hanno confermato l’innocuità, almeno dal punto di vista strettamente tecnico, del contenuto della busta. Ma che si trattasse di una lettera minatoria e non di un ordigno era stato chiaro sin dall’inizio, infatti la vita in municipio è andata avanti regolare per l’intera mattinata, dopo che è stato aperto al pubblico un ingresso laterale a quello principale.
I precedenti. Nell’attesa Farris si rinchiude in sala giunta con i suoi assessori, esce un paio di volte dal municipio ma non si ferma a parlare con nessuno, e rifiuta di rilasciare commenti ai cronisti che lo attendono all’ingresso. Tacciono anche gli assessori, ma la sensazione è di una forte preoccupazione anche da parte loro per un messaggio così diretto e sfrontato a un mese esatto dalla bomba, inesplosa, recapitata davanti al bar che il primo cittadino gestisce con la famiglia.
Porte chiuse in sala giunta anche ai partiti dell’opposizione: non vengono ricevuti Lucio Carta, vice sindaco del Pd nel precedente mandato e oggi consigliere di minoranza, e così Nino Fronteddu, anche lui all’opposizione nel gruppo Zente Noa-Uniti per Siniscola. Sono lì per portare solidarietà. Entrambi sanno bene cosa sia la voce della violenza. A Fronteddu nel 2015 è stata incendiata l’auto, Carta subì un attentato nel 2003, quando gli esplose una bomba in casa.
Il comunicato. In serata Farris diffonde un comunicato. «Voglio esprimere la mia preoccupazione – scrive – perché la cittadinanza ha bisogno di una convivenza civile, serena e tranquilla. Sono preoccupato perché tali azioni vogliono caratterizzare negativamente e ingiustamente la nostra città che non merita, invece, la ribalta della cronaca per questi fatti. Voglio assicurare i siniscolesi che l’amministrazione è fortemente impegnata sulla tutela della legalità e della convivenza civile, per la quale gli amministratori di questo comune sono in prima linea».
«Questo è un atto senza alcuna giustificazione che non scalfisce, neanche minimamente l’impegno per la legalità e l’attività politica amministrativa che questa giunta sta portando avanti quotidianamente e continuerà sino alla fine del mandato», continua il sindaco, molto critico su «ingiustificate falsità» comparse soprattutto nei social. Chiama poi la cittadinanza «a una riflessione unitaria sulla natura e sulla funzione delle regole amministrative, delle regole della vita sociale, dei valori fondanti la convivenza civile all’interno della nostra comunità».
Sullo sfondo le polemiche che riguardano l’accostamento, inevitabile, tra le intimidazioni alla giunta Farris e i recenti aumenti dei tributi comunali, compresa la richiesta di arretrati ai morosi. Il sindaco dice di non aver mai messo in relazione i due fatti, ma il legame è una delle piste seguite dagli investigatori, se non la principale. I crediti del Comune di Siniscola verso i cittadini morosi ammontano a ben sei milioni di euro: l'evasione di tasse, tributi e canoni raggiunge il 50 per cento.
Farris è molto turbato, come lo è stato sin dalla prima mattina, quando il plico è stato trovato davanti al portone del municipio. Nessuno, visti i precedenti, ha pensato a uno scherzo. Sul posto è arrivata immediatamente una pattuglia della polizia, che ha presidiato l’area e coperto la busta con una scatola di cartone. La missiva è stata aperta solo qualche ora più tardi, quando da Cagliari sono arrivati gli artificieri che hanno confermato l’innocuità, almeno dal punto di vista strettamente tecnico, del contenuto della busta. Ma che si trattasse di una lettera minatoria e non di un ordigno era stato chiaro sin dall’inizio, infatti la vita in municipio è andata avanti regolare per l’intera mattinata, dopo che è stato aperto al pubblico un ingresso laterale a quello principale.
I precedenti. Nell’attesa Farris si rinchiude in sala giunta con i suoi assessori, esce un paio di volte dal municipio ma non si ferma a parlare con nessuno, e rifiuta di rilasciare commenti ai cronisti che lo attendono all’ingresso. Tacciono anche gli assessori, ma la sensazione è di una forte preoccupazione anche da parte loro per un messaggio così diretto e sfrontato a un mese esatto dalla bomba, inesplosa, recapitata davanti al bar che il primo cittadino gestisce con la famiglia.
Porte chiuse in sala giunta anche ai partiti dell’opposizione: non vengono ricevuti Lucio Carta, vice sindaco del Pd nel precedente mandato e oggi consigliere di minoranza, e così Nino Fronteddu, anche lui all’opposizione nel gruppo Zente Noa-Uniti per Siniscola. Sono lì per portare solidarietà. Entrambi sanno bene cosa sia la voce della violenza. A Fronteddu nel 2015 è stata incendiata l’auto, Carta subì un attentato nel 2003, quando gli esplose una bomba in casa.
Il comunicato. In serata Farris diffonde un comunicato. «Voglio esprimere la mia preoccupazione – scrive – perché la cittadinanza ha bisogno di una convivenza civile, serena e tranquilla. Sono preoccupato perché tali azioni vogliono caratterizzare negativamente e ingiustamente la nostra città che non merita, invece, la ribalta della cronaca per questi fatti. Voglio assicurare i siniscolesi che l’amministrazione è fortemente impegnata sulla tutela della legalità e della convivenza civile, per la quale gli amministratori di questo comune sono in prima linea».
«Questo è un atto senza alcuna giustificazione che non scalfisce, neanche minimamente l’impegno per la legalità e l’attività politica amministrativa che questa giunta sta portando avanti quotidianamente e continuerà sino alla fine del mandato», continua il sindaco, molto critico su «ingiustificate falsità» comparse soprattutto nei social. Chiama poi la cittadinanza «a una riflessione unitaria sulla natura e sulla funzione delle regole amministrative, delle regole della vita sociale, dei valori fondanti la convivenza civile all’interno della nostra comunità».
Sullo sfondo le polemiche che riguardano l’accostamento, inevitabile, tra le intimidazioni alla giunta Farris e i recenti aumenti dei tributi comunali, compresa la richiesta di arretrati ai morosi. Il sindaco dice di non aver mai messo in relazione i due fatti, ma il legame è una delle piste seguite dagli investigatori, se non la principale. I crediti del Comune di Siniscola verso i cittadini morosi ammontano a ben sei milioni di euro: l'evasione di tasse, tributi e canoni raggiunge il 50 per cento.