La Nuova Sardegna

Nuoro

Oliena ricorda il martirio di padre Solinas 

di Nino Muggianu
Oliena ricorda il martirio di padre Solinas 

Un convegno sulla figura del gesuita ucciso nel 1683: si riparla della causa di beatificazione

06 giugno 2017
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OLIENA. Anche grazie a papa Francesco, gesuita, si riparla del martirio e della beatificazione di padre Giovanni Antonio Solinas. Tutto è già pronto per un convegno di studio. Organizza la parrocchia di Sant’Ignazio di Loyola a nome del vescovo di Nuoro monsignor Mosè Marcia e della Diocesi. Padre Giovanni Antonio Solinas fu martirizzato in Argentina il 27 ottobre 1683 insieme a don Pedro Ortiz e altri 18 missionari laici. L’appuntamento con il convegno è per lunedì 26 giugno alle ore 18 nel cortile dell’ex Collegio dei gesuiti proprio dove il missionario olianese aveva cominciato il suo cammino religioso. Molto stimato dagli olianesi, nel recente passato sono state tante le iniziative della parrocchia e del comune. Di recente è stata completamente ristrutturata la casa in cui il gesuita olianese nacque, ora diventato un punto di esposizione nelle varie manifestazioni cittadine. Don Salvatore Bussu nel 2004 gli aveva dedicato il libro “Martiri senza altare”. L’opera, tradotta in spagnolo, era stata presentata anche a Salta e in altri centri del paese sudamericano. Seguire la strada della beatificazione di padre Solinas, cominciata in Argentina, era un pallino dell’allora parroco di Oliena don Salvatore Fancello, scomparso qualche anno fa. Dopo una pausa, solo apparente, adesso si riparte.
Giovanni Antonio Solinas venne martirizzato nella valle del Zenta, nel Giaco, vicino all’attuale città di Oràn (Salta, Argentina). La mattina di quel giorno i sacerdoti della Compagnia di Gesù celebrarono la messa e dopo continuarono il consueto lavoro: distribuirono viveri, vesti e altri doni, ma soprattutto parlarono di Dio. Nel primo pomeriggio cinquecento indios si sistemarono a cerchio tutt’intorno alla Cappella, dimostrandosi all’apparenza interessati e contenti, ma con l’intento di uccidere. Mentre don Ortiz e padre Solinas si apprestavano a iniziare l’insegnamento del catechismo, essi e gli amici laici furono aggrediti con dardi e altre armi simili a clave per poi essere ammazzati barbaramente con la decapitazione. I due sacerdoti vennero venerati subito come martiri della fede. E si volle ben presto introdurre la causa di beatificazione, ma poi non se ne fece nulla. In tempi più recenti, autorevoli vescovi auspicarono l’introduzione della causa. Il 17 marzo 1998 il vescovo di Oràn, monsignor Carguello, ha quindi chiesto il nulla osta alla Congregazione delle cause dei Santi per poter istruire l’inchiesta diocesana sulla vita e l’asserito martirio dei servi di Dio. La causa continuò, a fasi alterne per mancanza di esperti, sia giuridici che teologici, e, soprattutto, per mancanza di sacerdoti disponibili a dedicarne tempo. Fino a che, monsignor Jorge Lugones, gesuita e amico dell’allora cardinal Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires (attualmente Sua Santità Papa Francesco) gli chiese aiuto per poter proseguire la causa.

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