La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro dice no ai divieti e alle sanzioni ai mendicanti

di Francesco Pirisi
Nuoro dice no ai divieti e alle sanzioni ai mendicanti

Respinta la mozione in consiglio comunale nata sull’onda della denuncia di don Mariani. Fronte compatto anche contro fascismo e razzismo

20 dicembre 2017
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NUORO. Il Consiglio comunale boccia la mozione che vuole l’adozione di sanzioni contro l’accattonaggio, mentre poco dopo definisce una linea di confine per evitare manifestazioni ispirate all’ideologia fascista. Il voto arriva dopo discussioni animate, ma con numeri netti. Lo sono gli undici consiglieri che bocciano la prima proposta, presentata dal consigliere di opposizione Peppe Montesu (Nuova Nuoro). Esponenti della maggioranza, ai quali dà manforte Gian Piero Gusai, del Partito dei Sardi. Sono invece cinque i voti a favore, compresa la consigliera di Cinque Stelle, Mara Sanna. Mentre non prendono parte al voto gli ex Pd Tore Sulas (Mdp-Articolo Uno) e Leonardo Moro. Nell’esposizione di Montesu le ragioni della mozione, la previsione del “reato” di accattonaggio nel regolamento della polizia municipale, con il mandato ai vigili di controllarne il rispetto. «Il problema esiste ed è stato sollevato da don Francesco Mariani nel settimanale l’Ortobene. Si tratta di un fenomeno da prefigurare dimensioni e modalità tipiche del racket. Le norme servono per evitare abusi e sfruttamento di minori e disabili, ma anche di fare in modo che non venga alterato il livello di percezione della sicurezza pubblica».

Non concorda la maggioranza che sostiene la giunta del sindaco Andrea Soddu. Il perché lo spiegano Michele Siotto e Giovanna Zedde (La Base), Adriano Catte (Psd’Az), Fausta Moroni (Scegliamo Nuoro). Con varie motivazioni, non ultima una tecnica e di riconoscibilità dell’atteggiamento che lede la serenità pubblica: «Come si fa a distinguere un atteggiamento di accattonaggio molesto da una sola richiesta di carità, in una condizione di disagio». L’esponente sardista Catte punta sul fatto che il controllo e la repressione del fenomeno in ogni caso spettino ad altre istituzioni: «Non credo sia il caso di investire del compito sindaco e giunta». Motivi nei quali è racchiusa anche la contrarietà della consigliera Moroni. Il discorso trasversale che passa è tuttavia quello umanitario. Gusai: «La mozione si scontra con lo spirito e la cultura della solidarietà che è un tratto caratteristico della nostra gente. L’atteggiamento molesto non è misurabile, perché ognuno gli darà una propria interpretazione, così come è diverso e personale il fatto o l’elemento che scatena il nostro fastidio». Gli accenti di differenziazione politica vengono marcati da Giovanna Zedde, esponente della Base: «Non riesco a capire a chi si riferisca Montesu quando parla di un 97 per cento della popolazione che si lamenta della presenza degli immigrati che chiedono l’elemosina». Prima di apostrofare la mozione, come «approssimativa e superficiale». La replica di Montesu è contenuta nello stesso documento: «Si tratta di un allarme emerso nel dibattito cittadino e nella rete».

Il fronte tra consenso e dissenso si ribalta in maniera pressoché perfetta appena dopo, quando è in discussione la norma affinché sia vietato concedere spazi pubblici per manifestazioni dove si inneggi al disciolto partito fascista e nei contenuti emergano concetti razzisti, omofobi o sessisti. La presentatrice è Fausta Moroni, che riceve l’appoggio della maggioranza, comprese le parole di plauso del sindaco Soddu: «Oggi è un giorno felice, perché quest’amministrazione si esprime per la tutela dei valori della democrazia, contenuti nella Costituzione repubblicana, e che fanno parte del sentire comune di questa nostra città». Alla fine sono in 15 membri a dare il supporto alla mozione. La bocciano Saiu, Montesu e Brodu, considerandola pleonastica.

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