La Nuova Sardegna

Nuoro

Orgosolo celebra 50 anni dalla rivolta di Pratobello

di Nino Muggianu
Orgosolo celebra 50 anni dalla rivolta di Pratobello

Il Comune approva una delibera per promuovere una serie di rievocazioni «È stato un esempio di lotta a difesa del territorio e dell’economia locale»

31 gennaio 2018
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ORGOSOLO. Il nome del libro potrebbe essere “Concimi non proiettili” e, se tutto va come nelle previsioni, verrà realizzato entro il prossimo anno dal Comune di Orgosolo per celebrare una delle pagine più intense della storia del paese: i 50 anni trascorsi della rivolta della popolazione orgolese contro la militarizzazione del territorio a Pratobello. Correva il 1969, quando il paese intero, con in testa le donne, marciò in segno di protesta verso la piana di Pratobello dove il ministero della Difesa aveva deciso di realizzare un campo di addestramento militare, dopo aver chiesto ai pastori di abbandonare la zona.

Fu un periodo piuttosto agitato e ricco di interventi, prese di posizione, mobilitazione popolare. Un periodo che la giunta comunale, con in testa il sindaco Dionigi Deledda, ha voluto ricordare nel corso di una seduta dell'esecutivo. Si tratta del primo di una serie di incontri e iniziative che il Comune vuole organizzare nel paese per ricordare quell’evento e ciò che ha significato per l’intera comunità.

In quel periodo, tra l’altro, a Orgosolo cominciò la realizzazione dei murales di protesta che hanno reso il paese famosa non solo in Italia. La giunta comunale ha discusso sull’eppica rivolta di Pratobello avvenuta nell’estate del 1969 e sul progetto dell’amministrazione comunale finalizzato a rievocare quell’evento che in tempi attuali, con la richiesta della chiusura delle basi militari nell’isola, torna prepotentemente alla ribalta per ricordare la lotta ingaggiata dagli orgolesi contro l’installazione programmata di un poligono di tiro in località Pratobello. «In quell’occasione – recita la delibera – un’intera Comunità si oppose alla decisione unilaterale del ministero della Difesa di realizzare un campo di addestramento militare a pochi chilometri dal paese, causando un’aspra rivolta contro la Brigata Trieste, che aveva intimato ai pastori di evacuare la zona da adibire alle esercitazioni di tiro. Costoro, infatti, rifiutando gli indennizzi offerti e coinvolgendo nella lotta l’intera popolazione, riuscirono a respingere le forze dell’ordine, mettendo in atto azioni di disturbo e distruggendo i bersagli da adibire alle esercitazioni». Pratobello si trasformò in un caso politico, che vide il coinvolgimento degli onorevoli del tempo e quando gli agenti riuscirono ad entrare all’interno del poligono, lo trovarono occupato dai manifestanti. «Dopo sei giorni di lotta senza quartiere – continua il documento – la vicenda si chiuse con la ratifica del documento con il quale si stabiliva che l’installazione del poligono sarebbe stata temporanea e che ogni ulteriore decisione in merito sarebbe stata adottata nel rispetto delle amministrazioni locali interessate». «L’amministrazione conclude l’excursus e la discussione – conclude la delibera- nell’ottica del progetto da realizzare sulla vicenda, per assumerla come esempio di lotta a difesa del territorio e dell’economia locale basata, come si legge sul murale, sul motto “Concimi non proiettili”.

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