La Nuova Sardegna

Nuoro

Truffa degli hotel a Posada e San Teodoro: cinque romani finiscono a giudizio

di Valeria Gianoglio
La Cinta a San Teodoro
La Cinta a San Teodoro

Secondo l’accusa millantavano capitali che però non avevano a disposizione

29 marzo 2018
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NUORO. Secondo l’accusa che qualche anno fa ne aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, in almeno un paio di occasioni si erano presentati alla ditta proprietaria di una struttura turistica della costa – in un caso a San Teodoro, nell’altro caso, invece, a San Giovanni di Posada – e “allo scopo di conseguire la disponibilità del villaggio turistico”, si erano presentati come imprenditori in possesso di grandi disponibilità di denaro o come avvocati pur non avendo conseguito il titolo, e avevano omesso di dire che erano “pluriprotestati per assegni a vuoto”.

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Si trascina da diversi anni, ormai, in tribunale a Nuoro, il processo che vede cinque romani a giudizio con l’accusa di truffa: sono Francesco Crocenzi, la sorella Ambra Crocenzi, la mamma Ivana Giovannetti, e altre due loro conoscenti, Anita Scacchetti e Tiziana Ferraioli. I fatti che vengono loro contestati risalgono al mese di maggio del 2011 e vedono come parte offesa, che poi si è costituita a giudizio come parte civile, la società Gester costruzioni nella persona dell’amministratrice unica, Michelina Sechi, rappresentata dall’avvocato Alberto Spanu.

I cinque romani, difesi dall’avvocato Marco Basolu, sono finiti a processo, perché accusati di aver “indotto in errore la Gester costruzioni, al fine di trarne ingiusto profitto e con altrui danno, segnatamente, allo scopo di conseguire la disponibilità del villaggio turistico “Li Suari” di San Teodoro, di proprietà della Gester costruzioni». Sempre secondo l’accusa, a vario titolo i cinque avevano convinto la società a dare loro in gestione la struttura, con vari raggiri: “Francesco Crocenzi, omettendo di riferire la propria condizione di soggetto pluriprotestato per emissione di assegni a vuoto, con il supporto della sorella Crocenzi Anna, fintasi avvocato pur non avendo conseguito il titolo, e di Tiziana Ferraioli, entrambe pluriprotestate per assegni a vuoto”.

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E grazie a questi presunti raggiri i cinque erano riusciti a stipulare con la Gester “un contratto di affitto per la gestione del villaggio Li Suari di San Teodoro, millantando, tramite esibizione di un documento falso la concessione di un leasing in realtà mai conseguito”. E che dietro ci fosse qualcosa che non andava, se ne sarebbe accorta la stessa amministratrice della Gester avrebbe ricevuto solo assegni privi di copertura e non avrebbe visto canoni di affitto.

Con le stesse modalità, più o meno, secondo l’accusa, i cinque avrebbero operato anche per tentare di gestire l’hotel Fior di Sardegna di Posada. Ma in seguito ad alcune denunce erano finiti nei guai con la legge. Il processo nei loro confronti ieri è ripartito da zero, a causa dell’ennesimo cambio di un componente del collegio giudicante. Diversi testi, proprio a causa di questi continui cambi, nel corso degli anni sono stati chiamati a deporre addirittura cinque volte per lo stesso fatto.
 

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