La Nuova Sardegna

Nuoro

Abusi sessuali, Deiana parla in aula

Abusi sessuali, Deiana parla in aula

Alle battute finali il processo al coach di pallamano: «Volevano vendicarsi»

17 maggio 2018
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NUORO. Un paio d’ore per rispondere alle domande rivolte dal suo avvocato, Francesco Lai, più di un’ora per replicare a quelle del pubblico ministero, Giorgio Bocciarelli. È stata una udienza piuttosto lunga, dunque, quella di ieri, al processo che vede il coach nuorese di pallamano, Roberto Deiana, a giudizio con l’accusa di abusi sessuali nei confronti di due ex atlete che allenava alcuni anni fa. Prima che Deiana si sottoponesse, per una sua precisa scelta, alle domande delle parti, il collegio giudicante ha ascoltato la deposizione dell’ultimo testimone dell’intero processo: l’ingegnere informatico, nominato come consulente dalla difesa di Deiana, Leonardo Pisanu. Sentito in relazione ad alcuni messaggi Facebook che una delle parti lese aveva conservato come “screenshot” da un computer, e tenuto come prova delle intenzioni e dei sentimenti del coach nei suoi confronti, il consulente informatico ha spiegato ai giudici che in realtà, in quanto “screenshot” non si poteva risalire alla loro provenienza, anche perché sono trascorsi diversi anni. Dopo la deposizione dell’ingegnere, al processo, che si svolge a porte chiuse visto che le parti lese all’epoca dei fatti erano minorenni, la parola è passata allo stesso Roberto Deiana che si è sottoposto, dunque, all’esame delle parti. Ha risposto sia alle domande del suo difensore, sia a quelle del pm Bocciarelli. In oltre tre ore di esame, il coach di pallamano ha ripercorso tutta la vicenda. E ha affermato, in sostanza, ciò che ha sempre sostenuto sin dall’inizio. «Ho sempre trattato le mie giocatrici con rispetto – aveva detto Deiana all’inizio della vicenda giudiziaria – una di loro si è solo voluta vendicare perché l'avevo estromessa dalla squadra. E ha convinto anche l’altra». (v.g.)



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