La Nuova Sardegna

Nuoro

Furto Dna, l’inchiesta si allarga

Tra gli indagati personaggi eccellenti: i presidenti del Cnr dal 2011 a oggi e professori universitari

15 giugno 2018
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LANUSEI. Operazione “Genomics parks”: non solo presidenti e consiglieri d’amministrazione di società ed enti ma anche professori, medici ed un ex ministro. Le indagini della Procura di Lanusei sul furto del Dna ogliastrino, concluse tre giorni or sono con la notifica nei confronti di 21 persone indagate a vario titolo per i reati di furto, peculato, falsità materiale in atti pubblici nonché illecita trattazione dei dati sensibili, registrano l’ingresso di personaggi eccellenti. Ma è sul fronte locale che si registrano le prime reazioni. «Sono in attesa di vedere gli atti con i miei legali. Sono indagato per violazioni delle norme sulla privacy anche se ritengo che noi amministratori del Parco genetico non fossimo titolare del procedimento» commenta l’attuale sindaco di Talana Franco Tegas che con Valter Mura, Maurizio Caddeo, Mariano Carta, Piergiorgio Lorrai, ed Ercole Perino ha ricoperto il ruolo di amministratore di Genos ed è stato indagato per aver illecitamente trattato dati personali. Tegas si dice tranquillo e sereno. E vuole che si faccia chiarezza. «Abbiamo lavorato “gratis et amore dei” per il bene della comunità. Ci siamo ritrovati in questa bufera ma confido nell’operato della magistratura. Dispiace solo che un progetto di valenza internazionale sia finito alle ortiche» dice Tegas. Chi invece dovrà rispondere del reato di furto è il professore Mario Pirastu. La Procura ogliastrina ipotizza che con una sua collaboratrice, Simona Vaccargiu, nell’estate del 2016, si sia impossessato delle provette custodite nel laboratorio parco genetico dell’Ogliastra di Perdasdefogu e che abbia «autorizzato il trattamento di dati ottenuti illecitamente dai comuni che avevano partecipato alla ricerca e in seguito trasferiti ad altre società», SharDna prima e Tiziana Life Sciences dopo. Strettamente legata alla posizione di Pirastu è quella del suo collega Maurizio Fossarello primario della clinica oculistica del San Giovanni di Dio di Cagliari, (peculato l’ipotesi di reato). «Il professore – spiega la nota del procuratore Biagio Mazzeo – è indagato per aver concesso gli ambienti della clinica oculistica da adibire a laboratorio, a titolo di amicizia e in assenza di una convenzione specifica tra l’azienda ospedaliera universitaria ed il Cnr, a uso e consumo del professor Pirastu». Le provette sparite furono ritrovate nei freezer della sua clinica un mese dopo la sparizione e recuperate dai carabinieri. Nelle maglie dell’inchiesta sono finiti anche gli amministratori di SharDna (Barbara Angelini, Alessandro Longo, Gianluca Santoro, Maurizia Squinzi , Mario Valsecchi e Gian Luigi Galletta) per la violazione della norma in materia di protezione dei dati personali. E dopo i sequestri del gennaio scorso nell’Istituto di ricerca genetica e biomedica di Sassari e la sede romana del Cnr sono stati indagati anche i presidenti del Cnr dal 2011 ad oggi (Luciano Maiani, l’ex ministro Francesco Profumo, e Massimo Inguscio) nonchè il direttore dell’Irgb di Cagliari Francesco Cucca, ancora una volta per «aver illecitamente trattato dati personali». C’è infine Renato Macciotta, curatore fallimentare di SharDna, indagato per falsità materiale commessa dal pubblico e omessa denuncia di reato. (g.f.)

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