Il Tar condanna la Regione a risarcire 100mila euro
di Luca Urgu
Impose a 4 Comuni di conferire a Tossilo e non a Olbia a prezzi più convenienti Oliena e Fonni incasseranno la somma perché hanno resistito in giudizio
27 giugno 2018
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OLIENA. Volevano risparmiare sul conferimento dei rifiuti liberando importanti risorse delle casse comunali per altri servizi ma la Regione non glielo aveva permesso. Ora a 13 anni di distanza e dopo che due sentenze hanno dato ragione ai comuni di Fonni, Oliena, Orune e Orani arriva la condanna per la Regione. In realtà solo Fonni e Oliena hanno maturato il diritto ad avere le somme ingiustamente spese (circa 100mila euro) perché attraverso i loro legali hanno continuato a resistere in giudizio contro la Ras chiedendo e ottenendo nei giorni scorsi le risorse. La vicenda risale al 2005 quando i quattro comuni del nuorese che conferivano i propri rifiuti solidi urbani, per lo smaltimento, nell’impianto gestito dalla società Tossilo Tecnoservice Spa di Macomer ad una tariffa di 112, 98 euro più Iva.
Per verificare eventuali possibilità di risparmio, i comuni chiedevano a diversi operatori del settore la disponibilità ad accogliere i propri rifiuti e a conoscere il costo del servizio. Durante l’indagine il Cines (Consorzio industriale nord est Sardegna) di Olbia, manifestava la propria disponibilità indicando, per l’anno 2006, il prezzo di euro 89,31 (oltre ecotassa ed Iva) per tonnellata conferita, con trasporto a carico del Comune. Prezzo più che competitivo rispetto a quanto fino a quel momento si sborsava.
Una tariffa che avrebbe consentito ai Comuni, e dunque ai cittadini residenti, un significativo risparmio di spesa. Lo stesso Cines chiedeva al Servizio atmosferico e del suolo, gestione rifiuti e bonifiche presso l’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente di essere autorizzato al trattamento dei rifiuti provenienti dai quattro comuni. Autorizzazione negata (nota del 22 marzo 2006) dal direttore del servizio che motivava il diniego evidenziando profili di contrasto con quanto previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato dalla Giunta regionale. Di conseguenza negava ai comuni del nuorese (delibera del 1998) la possibilità di smaltire i rifiuti solidi urbani in un impianto localizzato in un ambito territoriale ottimale diverso da quello di appartenenza. Decisione mal digerita dai comuni che hanno subito proposto impugnativa davanti al Tar Sardegna, che con le sentenze del 2009 ha annullato il provvedimento regionale di diniego.
Anche il successivo ricorso della Regione davanti al Consiglio di Stato è stata rigettato con la pronuncia del 2012. Nelle diverse sentenze si evidenzia che «… nel concetto di efficienza deve comprendersi anche quello di ottenere stessi servizi a prezzi più favorevoli per il Comune», perché la normativa di riferimento prevede anche l’applicazione del principio che il costo dello smaltimento deve essere commisurato alla qualità, quantità e tutela dell’ambiente e che a parità di quantità e qualità il costo deve essere uguale, sicché ben poteva il Comune de quo effettuare la richiesta illegittimamente negata. Ciò anche perché, come ha ben argomentato il giudice di prime cure, la Regione avrebbe dovuto valorizzare il tentativo dell'amministrazione comunale ricorrente di ottenere tariffe più convenienti, perseguendo una sostanziale omogeneità delle tariffe più basse sull’intero territorio regionale, al fine di coniugare l’esigenza di una equa ripartizione territoriale dello smaltimento dei rifiuti con quella di un’oculata amministrazione delle risorse finanziarie degli enti locali, in vista del loro obiettivo di assicurare ai cittadini in essi residenti un servizio funzionale ed economico». In conseguenza dei precedenti provvedimenti giurisdizionali i soli Comuni di Fonni e Oliena (assistiti dagli avvocati Giovanna Angius e Gianfranco Mureddu) decidevano di andare avanti e proporre azione risarcitoria per ottenere dalla Regione il pagamento della differenza tra le tariffe applicate per le annualità 2006, 2007 e 2008 dall’impianto di Tossilo e quelle del Cines. L’amministrazione di Oliena dunque può riavere le 73mila euro ingiustamente spesi e 30mila invece andranno al Comune di Fonni.
Un giusto risarcimento decretato riconosciuto da due sentenze del Tar Sardegna ai due comuni che hanno continuato a resistere in giudizio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Per verificare eventuali possibilità di risparmio, i comuni chiedevano a diversi operatori del settore la disponibilità ad accogliere i propri rifiuti e a conoscere il costo del servizio. Durante l’indagine il Cines (Consorzio industriale nord est Sardegna) di Olbia, manifestava la propria disponibilità indicando, per l’anno 2006, il prezzo di euro 89,31 (oltre ecotassa ed Iva) per tonnellata conferita, con trasporto a carico del Comune. Prezzo più che competitivo rispetto a quanto fino a quel momento si sborsava.
Una tariffa che avrebbe consentito ai Comuni, e dunque ai cittadini residenti, un significativo risparmio di spesa. Lo stesso Cines chiedeva al Servizio atmosferico e del suolo, gestione rifiuti e bonifiche presso l’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente di essere autorizzato al trattamento dei rifiuti provenienti dai quattro comuni. Autorizzazione negata (nota del 22 marzo 2006) dal direttore del servizio che motivava il diniego evidenziando profili di contrasto con quanto previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato dalla Giunta regionale. Di conseguenza negava ai comuni del nuorese (delibera del 1998) la possibilità di smaltire i rifiuti solidi urbani in un impianto localizzato in un ambito territoriale ottimale diverso da quello di appartenenza. Decisione mal digerita dai comuni che hanno subito proposto impugnativa davanti al Tar Sardegna, che con le sentenze del 2009 ha annullato il provvedimento regionale di diniego.
Anche il successivo ricorso della Regione davanti al Consiglio di Stato è stata rigettato con la pronuncia del 2012. Nelle diverse sentenze si evidenzia che «… nel concetto di efficienza deve comprendersi anche quello di ottenere stessi servizi a prezzi più favorevoli per il Comune», perché la normativa di riferimento prevede anche l’applicazione del principio che il costo dello smaltimento deve essere commisurato alla qualità, quantità e tutela dell’ambiente e che a parità di quantità e qualità il costo deve essere uguale, sicché ben poteva il Comune de quo effettuare la richiesta illegittimamente negata. Ciò anche perché, come ha ben argomentato il giudice di prime cure, la Regione avrebbe dovuto valorizzare il tentativo dell'amministrazione comunale ricorrente di ottenere tariffe più convenienti, perseguendo una sostanziale omogeneità delle tariffe più basse sull’intero territorio regionale, al fine di coniugare l’esigenza di una equa ripartizione territoriale dello smaltimento dei rifiuti con quella di un’oculata amministrazione delle risorse finanziarie degli enti locali, in vista del loro obiettivo di assicurare ai cittadini in essi residenti un servizio funzionale ed economico». In conseguenza dei precedenti provvedimenti giurisdizionali i soli Comuni di Fonni e Oliena (assistiti dagli avvocati Giovanna Angius e Gianfranco Mureddu) decidevano di andare avanti e proporre azione risarcitoria per ottenere dalla Regione il pagamento della differenza tra le tariffe applicate per le annualità 2006, 2007 e 2008 dall’impianto di Tossilo e quelle del Cines. L’amministrazione di Oliena dunque può riavere le 73mila euro ingiustamente spesi e 30mila invece andranno al Comune di Fonni.
Un giusto risarcimento decretato riconosciuto da due sentenze del Tar Sardegna ai due comuni che hanno continuato a resistere in giudizio.
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