La Nuova Sardegna

Nuoro

Ortopedici a un bivio: entro domani la scelta

di Giusy Ferreli
Ortopedici a un bivio: entro domani la scelta

Lanusei, l’Ats sul suo sito ha indicato le destinazioni per i 4 medici idonei La deputata Lapia (M5S) porta il caso dell’ospedale part-time in Parlamento

17 ottobre 2019
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LANUSEI. Una determina pubblicata ieri mattina sul sito istituzionale dell’Ats indica le destinazioni per gli ortopedico vincitori di Concorso sulla base del fabbisogno di ogni Assl della Sardegna. E così, dopo i 5 specialisti necessari al presidio ospedaliero di Carbonia, ecco spuntare le 4 unità lavorative vitali per la sopravvivenza del reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale di Lanusei, chiuso per tre volte in pochi mesi proprio a causa della mancanza di medici. A seguire ci sono Oristano, Nuoro e Olbia. Nelle destinazioni elencate nella determina non compaiono, invece né Cagliari né Sassari, le mete più ambite dai medici.

Si tratta di un provvedimento annunciato, destinato a favorire l’arrivo degli ortopedici laddove c’è più bisogno e che, tuttavia, potrebbe non essere risolutivo. La decisione finale spetta, in ogni caso, agli specialisti che verranno convocati domani dagli uffici dell’Ats e che potrebbero rinunciarvi. Della paradossale vicenda del reparto del Nostra signora della Mercede che apre cinque giorni e chiude nel fine settimana è finita al centro di un intervento alla Camera della deputata pentastellata Mara Lapia. «È notizia di questi giorni che i cittadini di Lanusei e dell’Ogliastra – ha detto Lapia – potranno usufruire del reparto di ortopedia e traumatologia in maniera discontinua. Il sabato e la domenica infatti il reparto rimarrà chiuso».

La parlamentare è intervenuta in aula, per portare ancora una volta in Parlamento la preoccupazione dei pazienti di tutta l'Ogliastra. «È la terza volta in cinque mesi che l’ospedale sospende il servizio del reparto per carenza di personale. Una situazione – conclude – non più tollerabile». Nel frattempo l’organizzazione della manifestazione di piazza in difesa dei servizi sanitari va avanti e coinvolge tutte le forze del territorio. A rischio oltre al reparto di ortopedia ci sono, a breve giro di posta anche chirurgia e rianimazione.

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