La Nuova Sardegna

Nuoro

Bosa, ancora incerte le cause del grande rogo

di Alessandro Farina
Bosa, ancora incerte le cause del grande rogo

All’indomani dell’incendio che ha devastato 300 ettari di territorio si fa il punto sulla prevenzione

25 ottobre 2019
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BOSA. Dall’alba al tramonto i Canadair dall’aria e le squadre di bonifica a terra hanno lavorato per spegnere le fiamme ancora attive nella zona del Marrargiu. Questo uno dei vari fronti di fuoco che si erano aperti nella serata del 22 ottobre in Planargia, dove si sono mobilitati Vigili del fuoco, barracelli, amministratori, comitato della Croce rossa di Bosa, Corpo forestale, Carabinieri, Polizia, Vigili urbani. Sulle cause dei roghi sono in corso accertamenti. Ma da queste parti in molti pensano, per la concomitanza e le condizioni in cui sono divampati gli incendi (dopo il tramonto con l’impossibilità di utilizzare mezzi aerei nello spegnimento, in un territorio ricco di vegetazione secca causa siccità, durante una forte sciroccata con violente raffiche di vento), che non possa essere escluso lo zampino dell’uomo. Il bilancio definitivo, chiusa la bonifica ed al netto degli interventi di protezione civile, coordinati dai Coc guidati dai sindaci Piero Franco Casula a Bosa e Antonio Zedda a Montresta, in stretta collaborazione con il Ccs di Nuoro presieduto dal prefetto Anna Aida Bruzzese, è pesantissimo. Circa 300 gli ettari di macchia e bosco, compresi alberi secolari, devastati nel Marrargiu. Dieci gli ettari di macchia e pregiati oliveti bruciati alle pendici di Monte Contra, a est di Bosa. Circa 30 gli ettari in fumo tra Monte Furru e la piana di Campu ‘e Mare, l’altra ferita. «Vedere ettari del nostro territorio andare in fumo e il fuoco mettere a repentaglio la sicurezza e l’incolumità dei cittadini inquieta e rattrista» commenta il consigliere regionale Alfonso Marras, che ha seguito da Cagliari le difficili ore di impegno sul territorio. Marras esprime piena solidarietà personale e della Regione, ma garantisce anche l’impegno «Per tutte le attività che si renderanno necessarie a seguito di questa grave calamità». Per Alfonso Campus, presidente dell’associazione l’Altra Bosa, nata nel 2012, «Occorre prevenzione, una priorità che deve valere non dopo le emergenze ma tutto l'anno. Molti roghi si sviluppano infatti da bordo strada. In Spagna in molte arterie si tracciano ai lati fasce tagliafuoco di 30, 50 metri di ampiezza. Deterrente per eventuali malintenzionati e utili agli automobilisti per evitare impatti con animali selvatici grazie alla visuale garantita», un esempio. Principalmente però «Occorre un diverso approccio all’ambiente e alla tutela del paesaggio da parte dei cittadini e della politica” la convinzione di Alfonso Campus. A Bosa ieri il sindaco Piero Franco Casula, nel previsto consiglio comunale urgente per discutere della viabilità sulla strategica Bosa-Alghero, ha inserito al primo punto l’emergenza incendi alla luce di quanto accaduto. Alla riunione era attesa la partecipazione del Direttore generale della Protezione civile e di funzionari dell’assessorato competente della Regione. Intanto arrivano i temporali e la pioggia a dare certamente sollievo, ma con possibili problemi per il dilavamento di un suolo ormai spoglio di vegetazione.

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