La Nuova Sardegna

Nuoro

C'è ancora amianto nelle condotte, a Bosa è polemica

Michela Cuccu
C'è ancora amianto nelle condotte, a Bosa è polemica

L’associazione degli esposti alla fibra critica il rifacimento della rete di Abbanoa: «Si inserisce una guaina sintetica nelle vecchie tubazioni ma il problema resta» 

09 novembre 2019
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BOSA. «Rispondeteci, altrimenti, ci rivolgeremo alla magistratura». È l’ultimatum rivolto a diverse istituzioni dall’Associazione regionale ex esposti amianto. La questione è quella annosa della rete idrica della cittadina sul Temo, realizzata a suo tempo con un materiale oggi fuori legge perché pericolosissimo per la salute: il cemento amianto. Condotte, quelle di Bosa, non solo vecchie ma evidentemente, anche malconce, che necessitano di continue riparazioni da parte di Abbanoa. È proprio il metodo utilizzato per riparare i guasti alla rete dell’acqua potabile, che ha messo in allarme l’associazione degli ex esposti che, il 28 ottobre scorso, scrive alla Asl di Oristano, all’Arpa, allo Spresal ma soprattutto, al sindaco e ai carabinieri del Noe.

Il presidente dell’associazione, Giampaolo Lilliu, spiega i motivi di tanta preoccupazione: «Abbiamo appreso che Abbanoa, per riparare i guasti alle condotte, intende utilizzare una nuova metodologia che prevede l’inserimento di tubi kevlar (che come riporta Wikipedia “è una fibra sintetica aramidica inventata nel 1965 da Stephanie Kwolek, una ricercatrice della DuPont. La sua caratteristica principale è la grande resistenza meccanica alla trazione, tanto che a parità di massa è 5 volte più resistente dell'acciaio”, ndc) all’interno dei vecchi tubi di cemento amianto. Una tecnica – prosegue Lilliu – che a nostro parere invece di rimediare, rischia di mettere in serio pericolo la salute dei cittadini. Infatti, l’amianto resterà e ogni volta che si verificherà un nuovo guasto alle condotte o sarà necessario un qualsiasi intervento, il rischio che le fibre pericolosissime si disperdano nell’ambiente è altissimo». L’associazione ha chiesto chiarimenti in merito ai lavori che Abbanoa vuole realizzare, soprattutto vuole garanzie per quel che riguarda le misure di sicurezza che ha intenzione di adottare quando interverrà sui tubi di cemento amianto. Inoltre, ha chiesto di sapere se i lavori saranno eseguiti da ditte autorizzate alla bonifica dell’amianto o se abbiano ritenuto che queste misure neo siano necessarie.

Dice ancora Lilliu: «A distanza di dieci giorni, solo Arpa Sardegna ci ha risposto».

«A questo punto abbiamo scritto di nuovo agli enti interessati in quanto ci troviamo di fronte a una criticità ambientale diffusa e strutturale. Ci preoccupa enormemente tanto silenzio, per questo motivo non escludiamo la possibilità di chiedere un intervento della magistratura». Non è la prima volta che Areas si rivolge ad Abbanoa e soprattutto, al Comune di Bosa, per sollecitare non soltanto la sostituzione, rimozione e la bonifica delle vecchie tubature ormai fuorilegge, ma soprattutto il rispetto delle leggi per la tutela della salute dei cittadini».

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