La Nuova Sardegna

Nuoro

Il ritorno della famiglia dell’antifascista Bande nere

Il ritorno della famiglia dell’antifascista Bande nere

I nipoti di Giovanni Nicolò Dettori saranno ospiti dell’Istasac e del Comune Moncelsi: «Una grande emozione ricevere la lettera proveniente dalla Francia»

09 novembre 2019
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. «Quando, qualche mese fa, l’Istasac ricevette la lettera della famiglia Dettori-Cabot proveniente dalla Francia, con la quale i familiari cercavano notizie del loro nonno Giovanni Nicolò Dettori (noto Bande nere), fu per noi una grande emozione: sapere che di questo coraggioso combattente antifascista non si sarebbero più perdute quelle tracce che sembravano smarrite definitivamente, era davvero importante per le nostre ricerche sull’antifascismo sardo, e non solo» racconta Marina Moncelsi, presidente dell’Istasac. Giovanni Antioco Dettori era caduto nelle Brigate internazionali in Spagna lottando contro il franchismo, a Teruèl nel 1937. Aveva sposato Giuseppa Puggioni, come lui appartenente alla famiglia di anarchici nuoresi del gruppo di Tunisi, i Puggioni-Beccu, tutti segnalati agli uffici di frontiera come “pericolosi sovversivi”. Lo stesso Dettori “Bande nere” era nuovamente ricercato dalla polizia francese e da quella italiana fascista: era già stato in carcere accusato di fiancheggiare antifascisti e fuoriusciti, accusato di essere un attentatore, condannato al confino per tre anni a Ponza. In contatto con gli anarchici francesi e italiani, faceva parte del gruppo di fuoriusciti ricercati, tra cui Emilio Lussu e i fratelli Rosselli; fu accusato anche di aver favorito la loro fuga da Lipari. Passato il confine con la Spagna si arruolò nella “Columna Durruti”, una delle formazioni militari formata in gran parte da anarchici e comunisti che combattevano contro Francisco Franco e le truppe fasciste straniere durante la guerra civile spagnola. Cadde sul fronte di Teruèl nel gennaio 1937, lasciando la moglie e i tre figli. La notizia della sua morte giunse a Nuoro da Tunisi, dove le cognate la comunicarono a Graziella Sechi Giacobbe, amica di famiglia. Questa ultima inviò un accorato biglietto alla sua cara amica Mariangela Maccioni, una maestra elementare che in quel momento teneva lezione in casa propria ad alcune giovani allieve, e dopo averlo letto lo nascose tra le pagine di un libro. Pochi giorni dopo, una perquisizione portò alla luce lo scritto e le due donne furono arrestate; Mariangela fu licenziata per “attività antifascista”, Graziella – dopo un mese di carcere- dovette salutare il marito Dino Giacobbe che il 2 settembre partì anche lui volontario in Spagna. I familiari di Giovanni Dettori, giunti a Nuoro in questi giorni, saranno ospiti dell’Istasac e lunedì alle ore 15 saranno ricevuti dal sindaco e dagli amministratori comunali nella sala consiliare del Comune, in un incontro aperto alla cittadinanza. In quell’occasione l’Istituto storico, che ha svolto ricerche sull’antifascismo e sulla Resistenza, illustrerà la documentazione sui nuoresi nella guerra civile spagnola e i fascicoli relativi a “Bande nere” e alle due antifasciste nuoresi Sechi e Maccioni, con documenti tuttora inediti trovati negli archivi sardi e in quello centrale dello Stato a Roma.



In Primo Piano
Amministrative

L’annuncio di Massimo Zedda: «Anche Azione mi sosterrà con una lista». I 5 Stelle: «Subito un chiarimento»

di Umberto Aime

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

Le nostre iniziative