La Nuova Sardegna

Nuoro

Rapina alle poste di Orgosolo, resta in cella uno dei presunti responsabili

ORGOSOLO. La rapina all’ufficio postale di Orgosolo del 31 luglio scorso, aveva fruttato un bottino da 66mila – tutti in banconote da 50 euro –, contenute nell’Atm, visto che non si era aperta la...

09 novembre 2019
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ORGOSOLO. La rapina all’ufficio postale di Orgosolo del 31 luglio scorso, aveva fruttato un bottino da 66mila – tutti in banconote da 50 euro –, contenute nell’Atm, visto che non si era aperta la cassaforte che ne conteneva 250mila, appena portati per il pagamento delle psnioni e di cui i banditi si erano mostrati moto ben informati. Per quel colpo è finito in carcere uno dei tre presunti componenti della banda. Si tratta di Agostino Rubanu, 27 anni compiuti due giorni fa. È stato fermato dagli uomini della Squadra mobile della questura del capoluogo a Firenzuola, dove si è trasferito a settembre con la famiglia. Nei suoi confronti il Gip del tribunale di Nuoro Teresa Castagna ha firmato un ordine di carcerazione aderendo alla richiesta del sostituto procuratore Riccardo Belfiori. Ieri nel carcere di Solliciano c’è stato l’interrogatorio di garanzia. Rubanu è assistito dall’avvocato Angelo Magliocchetti.

Contro di lui numerosi riscontri, raccolti dalla Squadra mobile diretta da Silvio Esposito. Ma soprattutto si è rivelato determinante un testimone che lo ha riconosciuto. Questo elemento si è aggiunto ad altri importanti tasselli: intanto il fatto che Rubanu, macellaio, qualche tempo dopo la rapina avesse saldato i conti con i fornitori dai quali comprava la carne pagando 10mila euro caash, in biglietti da 50 euro. Nel mese di settembre, poi, la polizia lo aveva controllato a Olbia, mentre con la famiglia stava per imbarcarsi verso la penisola diretto in Toscana. Alcuni suoi familiari avevano con sè 3.700 euro, in biglietti da 50.

Con il riconoscimento del testimone il quadro è diventato ancora più pesante. Sono da identificare ancora il secondo bandito che entrò nell’ufficio postale, e il terzo che faceva da palo. La banda aveva costretto la dipendente della ditta delle pulizie e il direttore a rientrare nell’ufficio, praticamente all’ora di chiusura. I malviventi avevano dovuto desistere dal tentativo di portare la cassaforte dove c’erano 250mila euro depositati quel giorno per il pagamento delle pensioni perché il circuito a tempo non aveva consentito il pagamento. Dall’Atm avevano quindi prelevato i biglietti da 50, disinteressandosi di quelli da 20 e da 10. Poi erano scappati. Le telecamere però, li avevano immortalati. La testimonianza ha poi inchiodato Rubanu.(si.se.)

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