Statale 129 bis a rischio con la pioggia
di Sandro Biccai
Il maltempo di questi giorni evidenzia lo stato precario della Sindia-Macomer
09 novembre 2019
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SINDIA. Le copiose precipitazioni degli ultimi giorni hanno messo a nudo, una volta di più, le condizioni di degrado in cui versa attualmente la viabilità nell'estrema parte occidentale della provincia. A trovarsi in una situazione di precarietà non è solo la circonvallazione di Sindia, alle prese da anni con continui problemi di carattere strutturale mai risolti, ma anche la strada statale 129 bis nel tratto che collega Sindia a Macomer. Circa dieci chilometri di asfalto puntellati da buche e avvallamenti che rendono il transito particolarmente pericoloso soprattutto quando le condizioni atmosferiche non sono delle migliori.
Lo testimonia, tra i tanti, un quarantenne di Sindia che per ragioni di lavoro percorre quel pezzo di strada più volte al giorno: «Ogni volta che si verificano precipitazioni di una certa entità il percorso diventa un terno al lotto: per cercare di evitare le grandi pozzanghere d'acqua che si formano lungo i bordi della carreggiata gli automobilisti sono costretti a fare zig zag e a spostarsi verso la mezzeria laddove l'acqua ristagna di meno. Se da un lato questa manovra consente di evitare le pozzanghere, dall'altro lato aumenta il rischio di scontri frontali ed incidenti. Per non parlare di ciò che si verifica quando si è preceduti, o si incrociano, mezzi di grosse dimensioni quali camion o pullman: in questi casi c'è il rischio di perdere il controllo della propria auto a causa dell'acqua che arriva sul parabrezza. Occorerebbe moderare la velocità ma molti seguitano a non farlo mettendo a rischio la loro e l'altrui incolumità. E soprattutto occorerebbe intervenire sul fondo stradale». Le criticità maggiori vengono segnalate lungo il rettilineo di Bara; qualche centinaio di metri dopo la casa cantoniera ed il nuraghe di Succoronis, in corrispondenza di una curva in leggera pendenza attraversata dall'acqua che scende dalle vicine alture; in prossimità dello svincolo per il poliambulatorio e dell'ingresso dell'ex stabilimento Locatelli. Tutti tratti di strada interessati negli anni da diversi interventi che, evidentemente, non sono stati sufficienti.
Lo testimonia, tra i tanti, un quarantenne di Sindia che per ragioni di lavoro percorre quel pezzo di strada più volte al giorno: «Ogni volta che si verificano precipitazioni di una certa entità il percorso diventa un terno al lotto: per cercare di evitare le grandi pozzanghere d'acqua che si formano lungo i bordi della carreggiata gli automobilisti sono costretti a fare zig zag e a spostarsi verso la mezzeria laddove l'acqua ristagna di meno. Se da un lato questa manovra consente di evitare le pozzanghere, dall'altro lato aumenta il rischio di scontri frontali ed incidenti. Per non parlare di ciò che si verifica quando si è preceduti, o si incrociano, mezzi di grosse dimensioni quali camion o pullman: in questi casi c'è il rischio di perdere il controllo della propria auto a causa dell'acqua che arriva sul parabrezza. Occorerebbe moderare la velocità ma molti seguitano a non farlo mettendo a rischio la loro e l'altrui incolumità. E soprattutto occorerebbe intervenire sul fondo stradale». Le criticità maggiori vengono segnalate lungo il rettilineo di Bara; qualche centinaio di metri dopo la casa cantoniera ed il nuraghe di Succoronis, in corrispondenza di una curva in leggera pendenza attraversata dall'acqua che scende dalle vicine alture; in prossimità dello svincolo per il poliambulatorio e dell'ingresso dell'ex stabilimento Locatelli. Tutti tratti di strada interessati negli anni da diversi interventi che, evidentemente, non sono stati sufficienti.
