La Nuova Sardegna

Nuoro

Consiglio dimezzato, ore decisive

di Giulia Serra

Macomer, dopo le dimissioni di quattro esponenti della minoranza occhi puntati su Cossu di M5s

15 novembre 2019
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MACOMER. Ci mancava solo l'equivoco a rendere ancora più disorientante l'attesa seduta del consiglio comunale nel quale l'unico tema da sviscerare erano le ripercussioni politiche dell'inchiesta giudiziaria che ha messo sotto accusa il Partito dei Sardi e portato agli arresti domiciliari Antonio Onorato Succu, sindaco di Macomer e presidente dell'Unione del Marghine. Un pubblico da grandi eventi ha assistito a una discussione che si è connotata, se non in qualche passaggio più passionale, per i toni pacati. Ciascuna delle parti ha tenuto la propria posizione.

Nessun colpo di scena dunque, ma piuttosto la rappresentazione plastica di due, se non anche tre, approcci diametralmente opposti che hanno dato forma alle rispettive prese di posizione declinate in specifiche azioni. Da una parte, compatta e decisa a proseguire, forte di un mandato elettorale che ritiene vincolante e richiamandosi ai principi del garantismo, c'è la maggioranza. Dall'altra c'è invece il gruppo di minoranza più sostanzioso, guidato dalla capogruppo Marialuisa Muzzu e composto da Aldo Demontis, Teresa Bucciarelli e Riccardo Uda: ciascuno con un proprio intervento, i quattro consiglieri hanno argomentato la decisione – formalizzata a fine seduta – di dimettersi dall'incarico, maturata a seguito dello scandalo giudiziario che ha travolto il sindaco e alla scelta della maggioranza di proseguire il mandato senza pesarne le inevitabili conseguenze. L'unica a pronunciare la parola “dimissioni” è stata però Teresa Bucciarelli, apponendola a conclusione di un intervento estremamente equilibrato nel quale ha sottolineato da una parte l'esigenza del suo gruppo di sollecitare la controparte affinché il consiglio dibattesse delle conseguenze politiche dell'inchiesta, dall'altra esprimendo tutto il proprio disagio per l'aver ricevuto come risposta «pesanti e offensive accuse di sciacallaggio, che hanno fatto venire meno il rispetto e la serenità necessarie per proseguire». Esprimendo contrarietà a conferire, attraverso la conservazione del proprio ruolo, legittimità ad una amministrazione sulla quale «pesano le ombre e i dubbi di accuse gravissime e le incognite di una lunga e logorante vicenda processuale», ma non pronunciando la parola “dimissioni”, Muzzu, Demontis e Uda hanno invece creato un fraintendimento e la stessa maggioranza non ha recepito la mossa politica dell'intero gruppo, avanzando nel proseguo della seduta alla sola Bucciarelli la richiesta di un ritiro delle annunciate dimissioni.

Diversa la mossa di Maurizio Cossu, unico rappresentante del M5S in consiglio: auspicando un «periodo di decantazione» per l'intera comunità che, ha detto, «ha un problema, perché non si può pensare che di fronte a un corruttore non vi sia un corrotto», ha chiesto alla Giunta di fare un passo indietro per aprire le porte al commissariamento. Di fronte alla volontà della maggioranza di andare avanti, ha scelto però di non dimettersi. In tal modo Cossu potrebbe essere l'unica opposizione a sedere in aula, vista la possibilità che il gruppo Uniamoci per Macomer, puntando su una precisa strategia, potrebbe disinnescare le surroghe e lasciare vuote quelle sedie al fine di esautorare politicamente chi governa la città.

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