La Nuova Sardegna

Nuoro

Consorzio, ex presidente accusato di maltrattamenti

di Giusy Ferreli
Consorzio, ex presidente accusato di maltrattamenti

Tortolì, il Gip ha imposto alla Procura l’imputazione coatta per Antonio Pili «I comportamenti aggressivi sono avvenuti in un ambiente “parafamiliare”»

17 novembre 2019
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LANUSEI. Consorzio di bonifica d’Ogliastra: i veleni dell’ente pubblico sono destinati a culminare in un procedimento per maltrattamenti a carico dell’ex presidente Antonio Pili. Il giudice per le indagini preliminari di Lanusei, Francesco Alterio, ha accolto l’opposizione presentata contro l’archiviazione disposta dalla Procura per le accuse a carico dell’ex dirigente, tacciato di aver pesantemente vessato Anna Maria Musella, funzionario amministrativo del Consorzio, e ne ha disposto l’imputazione coatta. Per il gip, i comportamenti aggressivi e umilianti reiterati nel tempo (un anno e sei mesi) sono avvenuti in un ambiente “parafamiliare” e sono configurabili come dei veri e propri maltrattamenti in famiglia. La vicenda, preceduta da diversi episodi, aveva registrato il suo culmine nell’estate del 2016, con l’intervento dei carabinieri nella sede di via Pirastu a Tortolì e con la denuncia da parte della dirigente che in un’occasione era stata colta da malore. Alla richiesta di archiviazione, il pm era arrivato nel gennaio di quest’anno ma la funzionaria, tutelata dall’avvocato Daniele Murru, si era opposta. Sebbene lo stesso pm avesse ritenuto che dalle indagini fosse emersa «una pluralità di condotte verbalmente aggressive ed offensive poste in essere dall’indagato ai danni della persona offesa, finalizzate ad emarginarla ed escluderla dal rapporto con gli altri colleghi ed estrometterla da incombenze lavorative legate alle sue funzioni, in un clima di intimidazione creato da Pili in virtù del suo ruolo di presidente del Consorzio di Bonifica d’Ogliastra», la Procura aveva ritenuto insussistente il reato di maltrattamenti, normato dall’articolo 572 del codice penale. Tesi che il legale del funzionario ha invece contrastato, rifacendosi alle recenti sentenze della Cassazione, e che è stata accolta dal gip di Lanusdei. Secondo quando riferito dall’avvocato Murru è indubbio che il rapporto di lavoro intercorso tra Musella e Pili fosse assai stretto, «in quanto caratterizzato da relazioni intense, quotidiane ed abituali, dalla stretta comunanza del lavoro, dalla soggezione di una parte nei confronti dell’altra, dalla contiguità fisica dei rispettivi uffici». Il tutto in un ente pubblico che ha un organico ridotto a solo sette dipendenti amministrativi. E un rapporto lavorativo di questo genere, caratterizzato da rapporti quotidiani e in un ambiente circoscritto nonché dall’affidamento del soggetto più debole verso quello dotato di autorità, secondo la Corte di cassazione è da assimilare ad un rapporto familiare. La Procura di Lanusei ha ora dieci giorni di tempo per riformulare l’imputazione nei confronti dell’ex presidente dell’ente ogliastrino.

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