La Nuova Sardegna

Nuoro

Carcere, oggi un incontro a Cagliari

di Giusy Ferreli
Carcere, oggi un incontro a Cagliari

Ipotesi di chiusura della struttura di Lanusei: gli amministratori dal provveditore 

19 novembre 2019
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LANUSEI. La ventilata chiusura del carcere di Lanusei, scelta di politica carceraria improntata ai tagli ma ritenuta del tutto irresponsabile a fronte delle esigenze di legalità e giustizia di un territorio già troppo periferico e trascurato, continua a impensierire gli amministratori locali e gli avvocati. I primi, questa mattina saranno a Cagliari per un incontro con il provveditore regionale alle carceri, Maurizio Veneziano; i secondi si riuniranno tra qualche giorno per decidere la strategia da attuare. Il confronto informale con Veneziano segue di pochi giorni un altro incontro: l’eventualità che sul tavolo del Ministero della giustizia, nonostante le smentite, ci sia ancora il decreto in attesa della firma per la chiusura del San Daniele, ha spinto il sindaco Davide Burchi a chiedere un secondo faccia a faccia con la massima autorità dell’amministrazione penitenziaria della Sardegna. E se ci dovesse essere bisogno, l’amministrazione comunale è già pronta per una trasferta lampo a Roma. Non solo: anche Gianni Carrus, presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati ha convocato un’assemblea straordinaria delle toghe ogliastrine che si terrà giovedì prossimo e che analizzerà anche la carenza di organico al Tribunale di Lanusei dove i procedimenti, sia quelli penali sia quelli civili, stanno subendo innumerevoli rinvii a causa della mancanza di giudici. Le rassicurazioni provenienti da ambienti ministeriali vicini al Guardasigilli, il pentastellato Alfonso Bonafede, non sono mancate , tuttavia la guardia resta alta. E registra iniziative ad ogni livello. Dall’interrogazione scritta rivolta al ministro della Giustizia dal deputato di Forza Italia Pietro Pittalis alle diplomazia sotterranea di parlamentari e politici sardi. Per tutti, indistintamente, l’eventuale chiusura del vecchio convento francescano del 1700, convertito a metà dell’800 in istituto di pena, sarebbe destinata ad imprimere un ulteriore colpo alla drammatica situazione in cui si trova il sistema carcerario sardo. I detenuti del San Daniele, che già soffrono il sovraffollamento verrebbero verosimilmente ricollocati in strutture penitenziarie a loro volta ormai al collasso. C’è poi da considerare che una simile eventualità, rilanciata con forza dalla pagina Facebok l’assessore regionale ai Trasporti, il leghista ogliastrino Giorgio Todde, avrebbe ricadute sullo stesso presidio di legalità di Lanusei, baluardo dello Stato in un territorio difficile e dalle dinamiche complesse.

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