La Nuova Sardegna

Nuoro

Il coro della solidarietà nelle voci del Bachis Sulis

di Giovanni Melis
Il coro della solidarietà nelle voci del Bachis Sulis

Nato sull’onda della Scuola nuorese e delle poesie di Mereu e Montanaru Tutti i componenti del sodalizio sono iscritti all’albo dei donatori di midollo

19 novembre 2019
4 MINUTI DI LETTURA





ARITZO. Primi anni 80’, ad Aritzo: alcuni amici si dilettano nel canto corale, prima in cantina e poi nel bar, spesso unici centri di aggregazione sociale dei paesi. Sono tempi dell’onda canora dei cori polifonici di scuola nuorese, i versi di Peppinu Mereu e Montanaru vengono messi in musica dai direttori del capoluogo; cantarle è un momento di svago e divertimento. Dai classici dieci amici a su tzilleri la Grotta di Antoni Manca, nasce un’associazione che da 35 anni canta la montagna. Con un occhio alla solidarietà e alle tematiche civili. Una sintesi fin troppo semplice quella che ha portato alla genesi del coro Bachis Sulis, il nome del poeta aritzese.

Accusato ingiustamente di un grave fatto di sangue, si diede alla latitanza per ben 12 anni. La sua battaglia di civiltà fu contro il potere: Sulis era un maestro elementare, sempre impegnato contro i prinzipales, spendendosi per gli ultimi. Ma risolti i problemi giudiziari, fu ucciso a soli 43 anni. Una vita sfortunata ma nella quale ha scritto liriche indelebili che il coro ha messo in musica. «Era il 1985 – racconta il presidente del coro Nicola Calledda – e decidemmo di provare a cantare dandoci una disciplina. Contattammo il maestro Antonio Zanda di Desulo, che ci seguì per diverso tempo. Da gruppo siamo diventati un coro, affinando capacità e tecnica. Ma soprattutto diventando un grande gruppo di amici». Iniziano le prime uscite in pubblico; la festa patronale, le messe per le festività, qualche tappa nei paesi vicini, i canti ai matrimoni, tra cui quello del segretario Paolo Fontana. «Gli esordi – rievoca Tonio Meloni, corista storico – furono un forte segnale che qualcosa di buono stava nascendo. Col passare del tempo l’arrivo dei risultati, sia tecnici sia socio aggregativi, ci convinse ad andare avanti con maggiore determinazione».

Il coro amplia il repertorio e cambia maestro; arriva Gianni Garau, allievo di Enrico Pilo, che diede una forte impronta al Bachis Sulis, raggiungendo unanimi consensi. Segue una partentesi con Luca Borgognoni e altri direttori saltuari. La rivoluzione si è avuta con l’arrivo di Michele Turnu, il “maestro timido” dotato di una straordinaria preparazione musicale. «Accadde qualcosa di meraviglioso – ricorda Calledda – perché Michele volle crescere assieme a noi. Perfezionista, gran lavoratore, approfondì la polifonia nuorese ma ci diede una forte impronta personale, indirizzandoci verso un percorso nuovo, sia artistico che umano». Il nuovo corso amplia le già ottime basi del Bachis Sulis, fondendo il tradizional-popolare con la musica classica e lirica. Il coro si esibisce nelle maggiori rassegne regionali e nazionali, partecipa a programmi televisivi e arrivano le trasferte in tutta Europa. Dall’esibizione alla fiera turistica di Stoccarda per la radiotelevisione tedesca Rtl alle tappe di Monaco, Wolfsburg, Berlino e la tappa, in collaborazione con l’Admo Sardegna e l’avis tedesca a Coblenza e nella prestigiosa cattedrale di Colonia. Tante tappe nel Vecchio continente e in suolo italiano, con il confronto con cori alpini. Arrivano i tempi delle prime incisioni. È il 1994 quando viene pubblicata la musicassetta “Nadu m’han”, dedicata agli emigrati, poi è la volta di “Canto preghende”. Seguono “Fizos de Barbagia”, “Amentos ‘e ispera” e il doppio cd “Istorias”, antologia dei trent’anni di attività. Il coro è attivo anche nel sociale; è stato scelto come “testimonial dell’associazione donatori di midollo osseo Sardegna, la cui sezione locale, presieduta dal corista Massimo Argiolas, ha battuto ogni record in fatto di donazioni. Tutti i componenti sono iscritti all’albo dei donatori e nelle esibizioni il Bachis Sulis promuove il messaggio e illustra le finalità dell’Admo. Il resto è storia recente. Dalla partecipazione alla sigla del programma sportivo Sky Calcio mercato, ai concerti a Roma e in Toscana, ospite del coro Sardos in Su coro e in altre regioni.

«Abbiamo una media di trenta esibizioni all’anno – aggiunge Paolo Fontana- purtroppo per ragioni di impegni personali dei coristi, spesso dobbiamo rifiutare anche alcune proposte». Il coro si regge su un nucleo storico di persone a cui si sono aggiunti tanti giovani – prosegue il presidente Calledda – che si sono avvicinati nel tempo. «Facciamo le prove il mercoledì prima di cena e il venerdì dopo cena. Attendiamo sempre nuovi arrivi. Tanti coristi hanno lasciato il sodalizio per ragioni di lavoro e la continuità si realizza anche con il ricambio generazionale». Il coro Bachis Sulis è convinto che attraverso il canto un formidabile messaggio di unione. E in omaggio a questo ha sempre favorito la nascita di nuove iniziative. Come quella del coro femminile Sinfonie d’altura. In comune la direzione di Michele Turnu, ormai un aritzese acquisito. Di recente è uscito il nuovo cd “Ad a benner su die”, che ha avutobuon riscontro e gradimento di appassionati e addetti ai lavori.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative