La Nuova Sardegna

Nuoro

Servitù militari, buco di 12 milioni

di Giusy Ferreli

Indennizzi statali, interrogazione del deputato Deidda (FdI): Perdas, Villagrande e Ulassai senza fondi

21 novembre 2019
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PERDASDEFOGU. Migliaia di ettari gravati dalle servitù militari in nome della difesa nazionale e mancati pagamenti degli indennizzi per svariati milioni di euro. È questa la paradossale situazione nella quale si trovano i tre comuni ogliastrini che hanno ceduto allo Stato buona parte degli oltre 14mila ettari di terreni comunali dove negli anni sessanta è sorta la più grande base militare d’Europa, il Poligono sperimentale interforze del salto di Quirra. Le rivendicazione degli amministratori di Perdasdefogu, Villagrande Strisaili e Ulassai, che bussano a denari per i ritardi nell’erogazione delle risorse, quest’oggi saranno al centro dell’interrogazione-sollecitazione che il deputato dei Fratelli d’Italia Salvatore Sasso Deidda ha presentato alla Camera. «Il Governo dovrà rispondere sui mancati pagamenti dei fondi ai Comuni della Sardegna che ospitano basi e poligoni militari. Dal 2009 ad oggi – sottolinea il parlamentare sardo – sono più di 12 milioni tra saldo ed erogazione». Mariano Carta, primo cittadino foghesino snocciola i numeri del credito vantato nei confronti della Difesa. «Mancano all’appello – dice – le annualità 2009/2014 mentre le successive sono state pagate con un importo ridotto». Le cifre infatti sono state dimezzate unilateralmente da Roma senza colpo ferire. «Secondo le vecchie tabelle – spiega ancora Carta – siamo in credito di un milione e mezzo di euro. Ovviamente siamo molto amareggiati anche perché riteniamo che sia intenzione del Governo pagare meno». Sul piede di guerra c’è pure Alessio Seoni, sindaco di Villagrande, che con oltre 3700 ettari ceduti allo Stato risulta tra gli azionisti di riferimento della base militare a cavallo tra Ogliastra e Sarrabus. «Già a luglio – sottolinea Seoni – abbiamo chiesto un tavolo tecnico in Regione per dirimere le questioni più stringenti: dalla perenzione dei fondi per il quinquennio sino al 2014, che dovranno essere riscritti nel bilancio dello Stato, al mancato pagamento degli ultimi anni». Per l’amministratore Villagrandese, in credito di oltre un milione di euro, c’è infine da ragionare su una questione importante. «Quali sono i criteri di assegnazione di fondi? Perché lo Stato – chiede il sindaco– ha pensato di ridurli in maniera unilaterale senza coinvolgere?» . Sulla stessa lunghezza d’onda Gianluigi Serra, a capo del Comune di Ulassai. «Nel nostro caso mancano all’appello 750mila euro. Le nostre rivendicazioni – dichiara Serra – sono fondate. Lo Stato ha sottoscritto un patto che va rispettato». Per questi piccoli comuni, costretti a fare i conti con bilanci ridotti all’osso, gli indennizzi che si aggirano sull’ordine di centinaia di migliaia e passa di euro sono una vera e propria boccata d’ossigeno.

Tuttavia Perdas, Ulassai e Villagrande non sono le uniche realtà a confrontarsi con uno Stato patrigno: oltre ai tre comuni ogliastrini, in attesa delle ingenti risorse, che secondo la norma devono essere spese necessariamente per opere pubbliche e per interventi nel sociale, ci sono anche La Maddalena, Decimomannu, Arbus, Villasor, Villaputzu, Teulada e Sant'Anna Arresi.

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