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la crisi a macomer 

Cossu (M5s): «Resto in Consiglio come presidio democratico»

di Giulia Serra
Cossu (M5s): «Resto in Consiglio come presidio democratico»

MACOMER. Prosegue il dibattito tra le forze politiche locali sulle ripercussioni dell’inchiesta della Procura di Oristano. Questa volta a intervenire è Maurizio Cossu, rappresentante in Consiglio del...

23 novembre 2019
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MACOMER. Prosegue il dibattito tra le forze politiche locali sulle ripercussioni dell’inchiesta della Procura di Oristano. Questa volta a intervenire è Maurizio Cossu, rappresentante in Consiglio del M5S e unico tra i 5 consiglieri di opposizione a non essersi dimesso. «Il mio ruolo ed il mio mandato di Portavoce non sono nella mia esclusiva disponibilità, anche se non ho un vincolo di mandato – scrive Cossu – Sono un servizio alla Comunità, niente altro. Non ritengo sbagliato l’atteggiamento e la scelta dei colleghi dell’opposizione. Decisione rispettabilissima! Anzi – è l’apertura – mi metto a disposizione degli ex colleghi perché, se vorranno, le loro istanze siano rappresentate in consiglio in questo periodo, speriamo breve, in cui la maggioranza possa maturare consapevolezza della situazione. Perché, nonostante le chiacchiere che mi definiscono "stampella" della maggioranza, rimango e continuiamo fermamente a chiedere le dimissioni al Sindaco, al suo reggente e a tutta la Giunta».

Cossu sottolinea che la scelta di non dimettersi rientra in quadro più ampio: «Il M5S Sardo tutto sostiene la nostra azione di responsabilità come presidio democratico a disposizione della Comunità. Le ormai famose "cose necessarie" dove gli atti, politicamente opportuni, si differenziano dalla fredda norma che legittima un mandato. Un mandato "legittimo" che continua ad affermare che le vicende giudiziarie del Sindaco siano totalmente estranee ed ininfluenti rispetto alla credibilità politica della Giunta. Ed alle sue scelte». Spiega anche che l’apertura di credito rispetto al documento di programmazione della maggioranza aveva un esclusivo «valore di riconciliazione» e che mai il suo gruppo ha anteposto il proprio interesse a quello dei cittadini.

Ribadendo la scelta di non dimettersi, conclude: «la maggioranza rimane aggrappata alle sue ormai scomode poltrone soltanto perché ha la consapevolezza che lasciare l’amministrazione adesso significa rischiare di non tornarci più, oppure perché l’arrivo di una figura di garanzia come il Commissario potrebbe aprire tutti i cassetti. E non paralisi amministrativa. Un poco di normalità. Solo piccole miserie umane, niente a che vedere con le cose necessarie per la Comunità».

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