Nella lotta ai forni abusivi, da Orgosolo a Sant'Antioco il paladino è “Peter Pane”
Secchi (Confcommercio): «Contro la concorrenza sleale ripartiamo dalle scuole». In provincia i panifici sono 198. Il primato lo detiene Fonni con ben 16 attività
NUORO. Il primato di Fonni, con 16 panifici sparsi per le strade del paese, in provincia di Nuoro per ora resta una rarità quasi irripetibile. Perché i numeri degli ultimi tempi raccontano invece una realtà che nei vecchi confini della provincia di Nuoro – Ogliastra, quindi, compresa – conta ancora 96 panifici che sfornano pane fresco, 102 che fanno pani caratteristici, e che danno lavoro a 800 lavoratori, ma porta anche i segni di una crisi profonda, che ogni giorno registra nuove perdite e chiusure. E chi, tra forni e lievito madre, ci vive da che ha memoria, non ne nasconde la gravità. «La verità – dice Giampietro Secchi – è che i panifici, anche da noi nel Nuorese, stanno calando e chiudendo per colpa degli abusivi. Perché ci sono tantissimi che il pane, anche quello tradizionale, lo fanno in casa e lo vendono senza pagare le tasse. E poi c’è la concorrenza della grande distribuzione che propone un prodotto che tuttavia non è certo come il nostro, come il pane fresco che produciamo noi nei forni. A causa di tutto questo, ormai, ci sono diversi paesi che non hanno più un panificio, che non producono più pane fresco».
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Sarà per questo, che da ormai qualche settimana, Giampietro Secchi, panettiere da una vita, storico titolare di un avviato forno a Nuoro, e presidente regionale dei panificatori Confcommercio, e la figlia Antonella – anch’essa titolare di un panificio dove tiene spesso anche incontri letterari – e un gruppo di collaboratori, hanno deciso che si debba ripartire dalle scuole. E così, grazie a un progetto figlio della prima legge regionale sulla panificazione e finanziato dalla stessa Regione, l’imprenditore nuorese e la figlia Antonella stanno girando tra i banchi e le aule di tutta l’isola per diffondere un messaggio a loro, ma non solo, molto caro: spiegare ai ragazzi e alle loro famiglie la bontà del pane fresco, raccontarne la qualità degli ingredienti, spiegarne la differenza con quello precotto venduto dalla grande distribuzione. E in questa vera e propria campagna per la diffusione della conoscenza del contrassegno “Pane fresco”, una grossa mano di aiuto la sta dando anche un simpatico fumetto, finanziato sempre dalla Regione, e dal nome che è tutto un programma: “Peter Pane. In Sardegna nell’isola che c’è”. Giampietro e Antonella Secchi ne stanno distribuendo a decine, nelle scuole dell’isola. Sono 20 i paesi dove si stanno recando per far conoscere il progetto e i segreti del pane fresco, e con esso difendere anche il lavoro di un settore che nell’intera Sardegna produce un fatturato di 350mila euro. L’ultimo incontro lo hanno tenuto nelle scuole di Biscollai, a Nuoro, ma le scuole e i paesi coinvolti sono anche Orgosolo, Oliena, Macomer, Lanusei, Villagrande Strisaili, Oristano, Sassari, Iglesias, Masullas, San Gavino, Santa Giusta, Sant’Antioco.
«Nelle scuole andiamo a raccontare la bontà e la bellezza del pane fresco – spiegano Giampietro e Antonella Secchi – e poi, grazie a un gruppo di attori, va in scena uno spettacolo teatrale, sempre sullo stesso tema, che si ispira al fumetto di “Peter Pane”. Così i bambini imparano che il vero pane è quello che si cuoce in giornata, che è fatto di pochissimi ingredienti, mentre quello surgelato e precotto dura persino un anno. Adesso, noi che facciamo pane fresco stiamo utilizzando il grano duro sardo, abbiamo stretto rapporto con i mulini dell’isola e promuovendo la filiera corta. Perché, soprattutto nei tempi difficili e quando ci si deve confrontare con l’abusivismo e la concorrenza sleale, c’è ancora più bisogno di darsi una mano a vicenda. Perché l’unione fa la forza».