La Nuova Sardegna

Nuoro

Scarpette rosse a Badu ’e carros

Stefania Vatieri
Scarpette rosse a Badu ’e carros

Un gruppo di detenuti celebra la giornata contro la violenza sulle donne con un’installazione artistica

27 novembre 2019
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NUORO. I detenuti di Badu ‘e Carros dicono No alla violenza sulle donne. Nella giornata mondiale è stata presentata all’interno della casa circondariale nuorese l’installazione sul tema della violenza di genere creata da un gruppo di detenuti, che attraverso l’arte hanno voluto esprimere il loro pensiero. Una iniziativa messa in campo dalla direttrice Patrizia Incollu e dal commissario capo della polizia penitenziaria del carcere barbaricino e referente regionale delle pari opportunità della polizia penitenziaria, Manuela Cojana, che grazie alla collaborazione di un gruppo di detenuti hanno dato vita a un’opera con l’obiettivo di sensibilizzare i detenuti sul sempre più attuale tema della violenza sulle donne.

Il simbolo scelto è l’ormai celebre scarpetta rossa che i detenuti hanno intagliato e posizionato alla base di un pannello dove è stata incisa la frase dello scrittore irlandese Oscar Wilde: “Date alle donne occasioni adeguate ed esse potranno fare tutto”. Ai lati dell’opera due sedie rosse che simboleggiano la quotidianità. «In questa giornata così importante abbiamo voluto lanciare un messaggio e dare voce al pensiero dei detenuti del carcere di Badu ‘e Carros – spiega Manuela Cojana commissario capo della Polizia penitenziaria –. I detenuti hanno lavorato diversi giorni per la realizzazione dell’installazione con l’aiuto del capo d’arte falegname del carcere. La frase l’ho scelta perché racchiude una tematica molto importante che parla di opportunità negate e uomini sempre più intimoriti dal valore delle donne». Un problema che secondo la referente per le pari opportunità sfocerebbe nei gesti estremi di cui ogni giorno sono piene le cronache dei giornali. Ogni quarto d’ora c’è una donna che subisce una violenza. Un dato agghiacciante, che racconta non solo un verità che fa paura ma anche il fatto che a colpire siano uomini vicini, nella cerchia di parenti e amici, delle nostre madri, sorelle, compagne e amiche. È noto infatti che sono spesso i partner o gli ex partner a commettere gli atti più gravi: in Italia sono responsabili del 62,7 per cento degli stupri. Una lunga scia di violenza che a volte culmina con l’estrema conseguenza: il femminicidio, dove nel 38 per cento dei casi di omicidi di donne, il responsabile è, ancora una volta, il partner. In Italia e nel mondo subisce violenza, mediamente, una donna su tre dai 15 anni in su».

«Stiamo parlando di un fenomeno dilagante che negli ultimi anni sta assumendo i contorni di una vera emergenza sociale – conclude Manuela Cojana –. Il fatto che l’opera sia stata realizzata da mani maschili simboleggia il fatto che senza l’aiuto degli uomini non è possibile porre fine a questo sterminio». Per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stato scelto il 25 novembre perché in questo stesso giorno del 1960, furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana. È una data importante, per ricordare a tutti che il rispetto è alla base di ogni rapporto e che non possiamo continuare a veder crescere il numero delle donne che subiscono violenza. Simbolo di questa giornata sono appunto le scarpe rosse.

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