La Nuova Sardegna

Nuoro

Il Temo in piena ma sotto controllo

di Alessandro Farina
Il Temo in piena ma sotto controllo

Sembra passata l’emergenza dopo le piogge dei giorni scorsi. Ora il problema sono i danni della strada Alghero-Bosa

27 novembre 2019
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BOSA. Mentre il Temo, malgrado la cospicua portata di acque in arrivo da monte, non presenta alcun problema, il radar delle preoccupazioni in Planargia punta dritto sulla litoranea Bosa-Alghero. Dove tra sabato e lunedì si sono verificati smottamenti e caduta di pietre e massi sulla carreggiata, che hanno spinto le province di Sassari e Oristano a chiudere l’arteria al traffico. Ieri mattina, per rendersi conto della situazione, il sindaco di Bosa alla presenza di vigili urbani e del cantoniere della provincia di Oristano, ha effettuato un sopralluogo sugli oltre 20 chilometri di percorso della provinciale 49.

«Abbiamo riscontrato la presenza di frane che necessitano di interventi urgenti per liberare la strada e le cunette dai detriti. Fatto questo credo si possa riaprire la strada, anche se ovviamente resta l’incognita delle decisioni da parte della provincia di Sassari per quella parte di tracciato», dice Piero Franco Casula. I lavori di sgombero potrebbero iniziare a breve, con lavoro soprattutto al km 12 ed al km 15, dove fango e pietrame hanno invaso la sede stradale. «In questa zona ci sono molte aziende operanti, l’arteria è frequentata da tanti pendolari, inoltre il periodo delle festività di Natale e fine anno si avvicina e la Bosa-Alghero ricopre un ruolo fondamentale nei collegamenti con l’aeroporto. Mi auguro che si proceda al più presto per riaprirla alla circolazione», l’auspicio del sindaco di Bosa.

Sull’arteria ci sono però anche zone dove hanno ceduto le reti di protezione, con massi in bilico da rimuovere, il lavoro certamente di più lunga durata. Agli utenti della strada non resta quindi che percorrere il vecchio tracciato che attraversa i territori di Montresta e Villanova Monteleone, tra Alghero e Bosa. Se la chiusura della litoranea dovesse protrarsi nel tempo c’è appunto questa alternativa. «Sarebbe bene avvertire viaggiatori e turisti diretti a Bosa di questa alternativa viaria, di altrettanto fascino e bellezza sotto il profilo paesaggistico», dice l’imprenditore turistico Marco Francesco Mannu.

Le abbondanti piogge cadute nelle ore scorse hanno ingrossato i torrenti affluenti del fiume Temo, che nella serata del 25 novembre alla diga di Monte Crispu registrava in uscita picchi di oltre 110 metri cubi d’acqua al secondo. «Il fiume è stato monitorato da Croce Rossa, barracelli e vigili urbani. È esondato nella zona di Su Adu, ma a valle il livello è rimasto sempre ben al di sotto dei limiti di guardia», riferisce il sindaco.

Il fiume è cresciuto di circa 60/70 centimetri all’altezza del restringimento del ponte in trachite, dove si poteva percepire la forza dell’acqua. «L’allargamento della foce e la difesa dalle onde del mare della diga foranea, che permettono un più ampio e costante deflusso, hanno certamente avuto un ruolo importante anche in questa occasione», conclude il sindaco di Bosa. La paura sembra passata, nella speranza che l’ondata di maltempo non si ripeta a breve termine.

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