La Nuova Sardegna

Nuoro

coltivazione di marijuana 

Sentito dal giudice il senegalese custode della droga

Sentito dal giudice il senegalese custode della droga

NUORO. Ha confermato davanti al giudice per le indagini preliminari Teresa Castagna, quanto già detto agli agenti della squadra mobile di Nuoro, coordinati dal dirigente Silvio Esposito, che nel mese...

28 novembre 2019
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NUORO. Ha confermato davanti al giudice per le indagini preliminari Teresa Castagna, quanto già detto agli agenti della squadra mobile di Nuoro, coordinati dal dirigente Silvio Esposito, che nel mese di agosto lo sorpresero a pochi metri da una piantagione di marijuana, nelle campagne di Oliena, in località Gullei. Il cittadino senegalese, Pepe Gongo, è stato sentito durante un incidente probatorio finalizzato a cristallizzare le sue dichiarazioni nell’ambito di un’inchiesta per coltivazione illecita e spaccio di stupefacenti che aveva portato all’arresto di 5 persone. Nel mese di agosto, infatti, oltre a Gongo, era finito in manette Francesco Pisano. Il senegalese aveva collaborato da subito con gli inquirenti (tanto che il giudice ne aveva disposto la scarcerazione ndr), fornendo elementi utili alle indagini, chiuse poi a ottobre con l’emissione della misura coercitiva dell’obbligo di dimora per altre quattro persone: Salvatore Satgia, di Fonni, Andrea Occhipinti, Antonello Acquas e Raffaele Ballore, tutti di Oliena. Ieri dal racconto dell’immigrato fatto in camera di consiglio alla presenza del pubblico ministero Ireno Satta e dei difensori degli indagati, gli avvocati Magliocchetti, Floris, è emerso che l’uomo era stato reclutato a Olbia per sorvegliare un terreno coltivato a piante officinali. In realtà si trattava di una piantagione di 460 piante di marijuana che, stando a quanto riferito dagli inquirenti, se immesse sul mercato avrebbero fruttato oltre un milione di euro. L’uomo, in un italiano stentato ma comprensibile, ha spiegato che per l’attività di sorveglianza avrebbe dovuto percepire 500 euro al mese oltre vitto e alloggio. Condizioni che aveva accettato non immaginando che il terreno da controllare si trovasse in un’area isolata e non facilmente raggiungibile. Ha sottolineato di non essere mai stato pagato ma solo sfruttato e fatto vivere in condizioni igieniche precarie in una tenda. Il cibo gli veniva portato dal paese. Il giorno di agosto in cui venne arrestato, infatti, con lui era stato sorpreso Pisanu, mentre un altro era riuscito a scappare. Le indagini da allora non si erano mai fermate e, oltre ai dati forniti da Pepe Gongo, gli inquirenti si erano avvalsi dell’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali che, a fine ottobre avevano, portato all’arresto degli altri indagati. (k.s.)

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