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Agricoltura e turismo: esperti a confronto sui prossimi scenari

MAGOMADAS. Costruire il futuro con radici in una identità da preservare, fulcro di rilancio sociale ed economico. Il “segreto” per uscire da spopolamento e precarietà economica, emigrazione e...

01 dicembre 2019
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MAGOMADAS. Costruire il futuro con radici in una identità da preservare, fulcro di rilancio sociale ed economico. Il “segreto” per uscire da spopolamento e precarietà economica, emigrazione e rassegnazione, è sfruttare al meglio le tante potenzialità locali offerte da storia, cultura, ambiente, panorama, saperi e sapori, attraverso un percorso di “rete” interno e con i centri vicini, che utilizzi al meglio le nuove tecnologie e quanto di buono può offrire la globalizzazione: a partire dalle imponenti masse turistiche in Europa e nel mondo. Questi alcuni dei punti emersi nel corso dell’incontro che si è tenuto nel centro sociale del paese. Appuntamento non singolo, ma collegato alla serie di incontri del Gal Terras de Olia, ed al percorso di informazione e formazione nel territorio, in vista di una serie di imminenti bandi che si incardinano sul rilancio delle produzioni di qualità nella fascia centro occidentale dell’isola. “Agricoltura, turismo ed enogastronomia: scenari di possibile sviluppo del territorio” il tema moderato a Magomadas da Mauro Tuzzolino, con relatori la responsabile Laore Pastorella Crisponi, Giuseppe Melis del Consorzio Uno e Claudio Atzori per Legacoop Sardegna. «Il Museo del Vino, nato con la Strada della Malvasia, e la struttura turistica della Marina di Magomadas alcuni degli asset che vogliamo mettere a sistema» ha spiegato il sindaco Emanuele Cauli in tema di locale logistica tutta ancora però da riempire di contenuti che possano essere realmente volano di lavoro, sviluppo e concreto rilancio del paese. Che conserva una quota importante di territorio vitato, anche se qualche problema emerge per i troppo pochi filari di Malvasia. «Serve costruire un’offerta che si basi sulla identità, e proponga un turismo esperienziale che è sempre più in crescita nel mercato internazionale» uno dei passaggi di Giuseppe Melis. «Il territorio deve essere capace di programmare il proprio futuro, anche attraverso un cambio di mentalità che risponda a nuove esigenze» spiega Claudio Atzori. Che propone come modello di aggregazione le Cooperative di comunità «capaci di mettere insieme realtà produttive come quelle presenti nei centri più piccoli, che fanno sempre più fatica a resistere da sole» la possibile risposta. (a.f.)

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