La Nuova Sardegna

Nuoro

Passaggio di consegne per la Leva dei diciottenni

di Francesco Pirisi
Passaggio di consegne per la Leva dei diciottenni

Sarule, i fedales del 2002 prendono il posto dei ragazzi nati nel 2001 Ora sono chiamati a organizzare le feste tradizionali e gli eventi del paese

03 dicembre 2019
3 MINUTI DI LETTURA





SARULE. Feste comandate e non, riti tradizionali, sport e sempre molta allegria. I ragazzi della leva del 2002 del paese hanno intensificato la loro attività che li vede protagonisti per un anno della vita comunitaria. Il primo impegno organizzativo è stato a giugno, con la collaborazione col comitato popolare durante la sagra per San Bernardino, che i sarulesi ricordano ritrovandosi nel santuario campestre, a un paio di chilometri dall’abitato. La ricorrenza è valsa anche l’ideale passaggio di consegne con i ragazzi del 2001, che a giugno hanno chiuso il mandato. Non senza un’appendice, prima di lasciare, vissuta nel periodo scorso, che ha coinvolto anche l’associazione Pro loco. Certo con l’obiettivo di aggiungere un altro momento di festa e goliardia, ma anche per omaggiare l’associazione turistica di un capiente pentolone, realizzato in rame a Orani, in una delle fucine che continuano la tradizione artigiana del paese. Il pentolone, perché in Sardegna è oggetto di largo uso nelle feste tradizionali, ma anche come simbolo di quella riunione anche attorno a una tavolata che cementa lo spirito comunitario e contribuisce a rinsaldare un’antica unione umana. Ora, però, incombono gli altri appuntamenti. Secondo un tabellino di marcia consolidato, i ragazzi della leva del 2002 saranno tra gli attori delle feste natalizie e di gennaio, che culminano con l’accensione dei fuochi rionali, in onore di Sant’Antonio Abate. Feste danzanti, concorsi, nell’offerta comunitaria nel prossimo cambio di calendario. Stessi motivi e appuntamenti, durante il carnevale, nelle ultime stagioni potenziato con la sfilata delle maschere tipiche dell’isola, a fianco a “sa maschera a gattu”, che concentra molta parte della tradizione carnevalesca di Sarule. Il gruppo di leva sarà l’elemento catalizzatore nel paese barbaricino soprattutto a Pasqua e il martedì successivo, quando viene festeggiata Santa Lucia, martire durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, nel principio del quarto secolo. Uomini e donne, vestiranno il costume tipico e accompagneranno in processione il simulacro della santa, co-patrona di Sarule. Dunque, un anno comunitario accompagnato dalla vivacità e fervore di una ventina di giovani, che vivono come un ufficiale inserimento sociale, con la forza dei protagonisti. Tradizione iniziata alla fine degli anni ’70, proprio con l’organizzazione da parte dei diciottenni della parentesi di festa primaverile, in quegli anni ancora colma dell’atmosfera delle ricorrenze antiche, quando ogni paese diventava un po’ il centro del piccolo mondo territoriale, meta degli appassionati del folclore o dell’avanguardia della musica leggera. La leva antica, con la visita medica, è stata quella legata alla successiva ferma militare obbligatoria. I sarulesi dei primi del ‘900 erano chiamati a presentarsi in alcuni anni a Nuoro, poi a Orani, prima del concentramento regionale fissato a Cagliari. Per le sedi vicine, si andava a piedi. Ci si incontrava e si familiarizzava tra coetanei di comuni differenti. C’era anche la gara alla morra e il corpo a corpo di “s’istrumpa”, perché la condivisione delle vite era fatto esaltante, ma un po’ di campanile da affidare alla lotta antica dei pastori aveva anch’esso la sua ragione d’essere, nella Barbagia giunta dai secoli remoti. A Sarule, ai diciottenni del 2020 l’incarico di continuare a fare comunità.

In Primo Piano
Elezioni comunali

Giuseppe Mascia: «Grande responsabilità che ci assumiamo uniti per governare Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative