La Nuova Sardegna

Nuoro

Ergastolo e permessi premio ora si apre uno spiraglio

di Luca Urgu
Ergastolo e permessi premio ora si apre uno spiraglio

Parla Giovanna Serra, garante per i detenuti del carcere di Badu ’e Carros «Il pronunciamento della Corte Costituzionale dà una sterzata di civiltà»

08 dicembre 2019
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NUORO. A Badu ’e carros alla notizia del pronunciamento della Corte Costituzionale si è levato un urlo corale, un applauso di incoraggiamento e fiducia. Quasi una liberazione perché qualcosa possa finalmente cambiare. Un grido di speranza che ha unito sia i detenuti con il fine pena mai, a quello degli altri condannati con pene minori. Quelle voci non potevano rimanere indifferenti per Giovanna Serra, avvocatessa e da nove mesi garante per i detenuti del Comune di Nuoro. «Finalmente la sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 4-bis, comma 1, dell’ordinamento penitenziario, nella parte in cui non prevede la concessione di permessi premio in assenza di collaborazione con la giustizia, apre nuovi scenari per i tanti detenuti condannati all’ergastolo ostativo» ha detto Serra. Anche a Nuoro sono diversi i casi di ergastolo ostativo, ben 13 su 270 detenuti. Quindi dopo questo pronunciamento della Corte Costituzionale (le motivazione sono state depositate due giorni fa) si apre un varco anche per loro. «Sono persone che ho imparato a conoscere in questi mesi e a toccare con mano i loro drammi personali – spiega la garante –. Mi sembra giusto cambiare rotta rispetto al passato, dare una sterzata di civiltà che fa breccia nella speranza e nella voglia di riscatto e di reinserimento nella società civile da parte di chi, dopo detenzioni particolarmente lunghe, con un impegno concreto nello studio vuole e desidera diventare una risorsa per la società, sentirsi di nuovo vivo – aggiunge – . È un diritto che riguarda tutti perché coinvolge la sfera dei diritti alla persona. Quando ho saputo che in carcere la sentenza è stata accolta con un applauso collettivo ho avvertito l’emozione per un provvedimento epocale e coraggioso». Giovanna Serra nominata garante per i detenuti nel febbraio dello scorso anno affronta con parole misurate le tematiche della detenzione. Dalle sue frasi emerge comunque una forte sensibilità per questo universo fragile e spesso ai margini dove troppo spesso ci si rifiuta di guardare.

«Cerco di andare spesso a Badu ’e Carros, almeno due volte alla settimana. Ho incontrato tantissimi detenuti in questo periodo all’interno delle sezioni, altri li vedrò nei prossimi mesi. Li incoraggio a rifare le domande non solo per una denuncia ma anche per un dialogo, per un momento di ascolto che serva a fare luce sulla condizione di recluso» rimarca Giovanna Serra. Tra gli argomenti ricorrenti c’è quello dell’affettività. Ovvero poter incontrare con regolarità le proprie famiglie senza sottoporle ogni volta a viaggi sfiancanti e onerosi dal punto di vista economico soprattutto per quella parte consistente della popolazione carceraria che proviene dalle regioni del Sud d’Italia. «Vorrebbero essere avvicinati ai luoghi di residenza, poter vedere con regolarità figli e genitori anziani. Il punto di forza del detenuto è la famiglia e le difficoltà del carcere si affrontano meglio se ha la possibilità di vedere i familiari – sottolinea il garante –. Un altro tema molto sensibile è la tutela della salute. In carcere purtroppo ci si ammala di più che all’esterno. Ho sollecitato delle giornate di prevenzione che mi auguro si facciano presto».

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