La Nuova Sardegna

Nuoro

A Urzulei in scena l’arte nuragica

di Giusy Ferreli
A Urzulei in scena l’arte nuragica

L’iniziativa di Sòciu po su jocu de sa murra e dell’artigiano Andrea Loddo

15 dicembre 2019
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URZULEI. “La madre dell’ucciso”, “Pietà ante litteram dell’arte nuràgica rivivrà ad Urzulei grazie ad un’iniziativa culturale organizzata dall’associazione Sòciu po su jocu de sa murra. Questo pomeriggio, l’artigiano ogliastrino Andrea Loddo, esperto di archeologia sperimentale riprodurrà, nel modo più fedele possibile per forma e dimensione, tre statuette dell’età del Bronzo ritrovate nel borgo ogliastrino ai piedi di Monte Gruttas nella prima metà del ‘900 e oggi esposte nel museo archeologico di Cagliari. Le tre opere saranno realizzate da Loddo, conosciuto e apprezzato ormai in tutta la Sardegna per le sue capacità nell’ambito dell’archeologia sperimentale e della riproduzione dei bronzetti, in piazza “Funtana Bècia” a partire dalle 18.30 con la cosiddetta tecnica della “fusione a cera persa”. Si tratta dello stesso procedimento conosciuto e utilizzato dagli artigiani e artisti nuragici per realizzare i manufatti votivi che hanno caratterizzato la civiltà nuragica. La realizzazione dei bronzetti non rimarrà un’iniziativa fine a se stessa perché il programma dell’associazione prevede di collocare le piccole sculture (che vanno dai 5 ai 12 centimetri di altezza) in tre punti specifici dell’abitato di Urzulei. Le tre opere saranno poi fissate con il piombo fuso , ovvero con lo stesso metodo impiegato dai nuragici, su altrettanti blocchi di pietra grezza e verranno accompagnate da delle schede con didascalie in tre lingue: sardo, italiano e inglese.Fondere il metallo in piazza per realizzare in pubblico la Dea madre di Urzulei (conosciuta anche come “Madre dell’ucciso”) coinvolgendo tutta la popolazione e i giovani del paese rappresenta una tappa importante nel rafforzamento dell’identità. «Per la nostra comunità sarà un momento simbolico, di condivisione, un modo per celebrare una delle più importanti sculture dell’arte nuragica» dice Fabrizio Vella, a capo del sodalizio che da diversi anni porta avanti con innumerevoli manifestazioni, un interessante percorso di valorizzazione della lingua e cultura sarda. «La Dea madre di Urzulei – sottolinea ancora Vella – è un’opera dallo straordinario valore che, assieme agli altri due bronzetti rivenuti nel nostro territorio, meriterebbe un approfondimento in un convegno». Non si ha la certezza assoluta di dove la statuina, raffigurante una madre col figlio in grembo, sia stata rinvenuta ma la versione più accreditata vuole che sia ricomparsa da un passato ancestrale a “Sa d’omu ’e s’orcu” nella grotta che sovrasta il paese. Fu consegnata all’archeologo Antonio Taramelli da un certo Raimondo Mulas nel 1930, mentre si trovava ad Urzulei per la compilazione della Carta archeologica della Sardegna.

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