La Nuova Sardegna

Nuoro

Il prefetto Bruzzese in visita a Gadoni

Giornata storica per il paese, l’ultimo incontro istituzionale risale al dopoguerra

17 dicembre 2019
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GADONI. Storica visita del prefetto di Nuoro a Gadoni, in occasione della concessione della cittadinanza italiana al parroco Don Pedro. La cerimonia si è sostanziata in una vera e propria visita istituzionale di dottoressa Anna Aida Bruzzese, primo prefetto della repubblica che mette piede a Gadoni dal dopoguerra ad oggi. Un arrivo importantissimo, come sottolineato dal sindaco Francesco Mario Peddio, in una felice occasione anche per don Pedro, da anni parroco del centro minerario e della vicina Belvì. Alla cerimonia hanno preso parte che monsignor Ignazio Sanna, vescovo emerito di Oristano e cittadino onorario di Gadoni, il comandante della compagnia dei carabinieri di Tonara Marco d'Angelo, il sindaco di Belvì Bastiano Casula, alcuni comandanti delle stazioni dei carabinieri della zona e di Gadoni, altri amministratori e rappresentanti della società civile gadonese.

Dopo la cerimonia di rito, gli intervenuti si sono trattenuti in paese. L'arrivo della prefetta Anna Aida Bruzzese ha assunto un duplice significato e lo esplicita il sindaco Peddio, secondo cui «per tanti anni le istituzioni sono state lontane dal nostro paese. Oggi è accaduto qualcosa di straordinario – aggiunge il primo cittadino – Vedere con noi la dottoressa Bruzzese e monsignor Sanna, ci hanno dato un forte senso di vicinanza istituzionale che, per queste zone disagiate, assume un significato importantissimo. Ricevere il massimo rappresentante dello Stato in provincia da noi abbrevia un poco quelle distanze tra un piccolo comune e l’amministrazione centrale. E rappresenta un evento da festeggiare». Il sindaco ha parole di ringraziamento anche per il capitano Marco d’Angelo «per la sua costante presenza nel territorio, segno di una solida vicinanza dell'arma dei carabinieri» e degli altri amministratori presenti «gesto tangibile della simbiosi che si può creare in un territorio ove isolamento, emigrazione e crisi, falcidiano le presenze. Solo facendo rete e un discorso sovra comunitario, possiamo sperare di resistere in queste zone montane».

Infine la viva gioia per la cittadinanza concessa a don Pedro «il nostro pastore di anime – conclude Peddio – che si è calato perfettamente nella nostra comunità e che ci offre il massimo possibile in fatto di assistenza spirituale e umana. Il riconoscimento da parte del paese è un atto importantissimo che si aggiunge all’essere ormai un gadonese a tutti gli effetti».(g.m.)

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