La Nuova Sardegna

Nuoro

Melis e Muntoni ai giovani: il perdono allarga il futuro

di Lamberto Cugudda
Melis e Muntoni ai giovani: il perdono allarga il futuro

L’ex sequestrata e la sorella del prete ucciso si rivolgono agli studenti di Tortolì Il vescovo monsignor Mura: «È il frutto di un percorso difficile, è una conquista»

17 dicembre 2019
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TORTOLÌ. “Il perdono non cambia il passato, ma allarga il futuro”: ieri mattina gli studenti dell’ultimo anno dell’Istituto d’istruzione superiore Iti presenti all’incontro formativo hanno seguito con grande attenzione gli interventi che si sono susseguiti. Nel corso dei lavori, coordinati da Claudia Carta, hanno portato la loro testimonianza sul percorso del perdono Silvia Melis, consulente del lavoro di Tortolì sequestrata il 19 febbraio 1997 e tornata in libertà l’11 novembre, e Caterina Muntoni, sorella di don Graziano, ucciso a Orgosolo alla vigilia del Natale 1998. Importanti contributi sono venuti da Antonello Mura, vescovo di Nuoro e amministratore apostolico della diocesi d’Ogliastra, e dall’avvocato Stefano Stochino del Foro di Nuoro (che ha incentrato l’intervento sulla giustizia riparativa).

L’incontro formativo per gli studenti – organizzato dalla parrocchia san Giuseppe e dal dirigente scolastico dell’Iti, Giacomo Murgia – è stato animato dal coro polifonico “Incantos” di Orune, diretto dal maestro Giuseppe Porcu. Molto applauditi i due brani a tema cantati dal coro orunese: in apertura dei lavori è stato eseguito “Nunnale” per ricordare Paoletto Ruiu, e in chiusura “Bonas Paskas” (Buon Natale), che il maestro Porcu, compose nel 1991 a Tortolì, quando insegnava all’Agrario.

Monsignor Mura, nel rivolgersi alla platea degli studenti, ha evidenziato «la fatica del perdono, che quando avviene, pur aprendo un futuro, ha un costo enorme». Ha anche ricordato che il vero perdono umano «non è dimenticare né scusare, perché in qualche maniera non può annullare quanto avvenuto; il perdono, quando c’é, non dimentica e non chiede neanche che la giustizia non faccia il suo corso». E ancora: «Il perdono è frutto di un cammino, non è immediato e né spontaneo. Perdonare è un percorso, una fatica, una conquista».

Silvia Melis ha spiegato che per lei «il perdono è soprattutto per se stessi, per togliere desideri di vendetta o di rivalsa verso chi ti ha fatto del male». Rispondendo alla domanda di uno studente, ha detto di non avere mai parlato con i suoi sequestratori: «Li ho visti solo nell’aula del tribunale, ma non ha avuto il coraggio di guardarli in faccia». Per Caterina Muntoni, «il perdono è una scelta che si rinnova ogni giorno; è la cosa più difficile da dare e da ricevere». La sorella di don Muntoni ha anche precisato che il perdono «si oppone alla volontà di vendetta e non alla giustizia; perdonare (che non è dimenticare) richiede molta dignità e coraggio, e non è un atto di viltà».

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