La Nuova Sardegna

Nuoro

Piano scolastico, la rivolta dei sindaci

di Luca Urgu
Piano scolastico, la rivolta dei sindaci

Non passa in Provincia il piano della rete della pubblica istruzione: Regione sotto accusa per le politiche delle zone interne

17 dicembre 2019
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NUORO. Si doveva votare il Piano provinciale di programmazione della rete scolastica provinciale (2020- 2021) e l’integrazione dell’offerta formativa ma il documento ha incassato più di una perplessità da parte dei sindaci del territorio riuniti nella sala consiliare della Provincia. Alla fine la votazione non c’è stata, ma è stata rimandata per trovare un fronte il più possibile coeso e compatto tra le varie visioni emerse dai primi cittadini del Nuorese e dell’Ogliastra convocati al tavolo. La palla dunque torna alla Provincia che chiederà una proroga di qualche giorno alla Regione dove il piano doveva arrivare il 18 dicembre, nel frattempo i sindaci si impegnano a sottoscrivere – nel breve giro di posta – un documento unitario.

I primi interventi – soprattutto dei sindaci del Nuorese e delle sue zone montane – erano andati nella direzione di rimandare al mittente, ovvero alla Regione, un progetto che per i primi cittadini «continua a svilire le prerogative delle zone interne ancorandole a criteri ragionieristici, che anno dopo anno, mietono nuove vittime tra gli istituti scolastici, decapitati delle dirigenze». Eppure il Piano illustrato in aula dal commissario Costantino Tidu ed esplicitato in alcune parti dal dirigente Giuseppe Zucca prevedeva il mantenimento di tutte le autonomie scolastiche attive nel territorio con richiesta di deroga per l’Istituto comprensivo di Orgosolo (378 alunni), Silanus/Bolotana (371), Tertenia (367) e Villagrande Strisaili (348) e dell’Istituto superiore di “A. Busincu” di Jerzu (366). Tutte scuole dove per legge si stabilisce un numero minimo di 400 alunni (per le zone montane) per ottenere l’assegnazione di un dirigente scolastico e di un direttore dei servizi amministrativi a tempo indeterminato.

Un piano provinciale che è comunque un pacchetto composito che includeva anche una serie di importanti interventi nell’offerta formativa per i vari cicli (con l’attivazione di una serie di corsi e sezioni da Dorgali, Tortolì, Desulo, Siniscola, Nuoro, Orosei, Gavoi, Lanusei, Aritizo e Macomer). Forse, proprio il timore di pregiudicare questo interessante pacchetto ha convinto i sindaci a temporeggiare e a lavorare in tempi strettissimi ad un nuovo documento prima di andare al voto.

La prima ad esprimersi con una dichiarazione di voto precisa era stata la sindaca di Fonni Daniela Falconi. «Il mio voto a questo Piano sarà contrario. Non è un voto contro qualcuno o contro l’amministratore provinciale o regionale di turno. Il mio è un voto politico. Un voto di protesta. Ritengo che la prima grande emergenza della Sardegna prima del lavoro, prima dell’urbanistica, prima di qualunque altra cosa sia questa, dobbiamo assolutamente alzare la voce, partendo da qui. Perché se non parte da questo territorio, il primo in Italia per dispersione scolastica un grido fortissimo che richiede un cambio totale di rotta, a noi non ci aiuta nessuno. Siamo stanchi di contare i bambini dei nostri paesi sperando che non ne manchi nemmeno uno per arrivare a 400. Sono stanca di questo metodo ragionieristico a cui ci stiamo assuefacendo tutti”, ha detto la Falconi, seguita a ruota nel ragionamento dai primi cittadini di Desulo, Orani, Orgosolo, Galtellì, Irgoli, Oiena, Ussassai, Gavoi. Tutti pronti allo strappo in parte rientrato dopo che i dubbi di altri primi cittadini hanno convinto a decisioni più approfondite e a rimandare il voto».

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