La Nuova Sardegna

Nuoro

Lula, il Montalbo in rete nel sentiero Italia del Cai

di Bernardo Asproni
Lula, il Montalbo in rete nel sentiero Italia del Cai

Il presidente del Club alpino Marteddu incontra il sindaco del paese Calia «Presto un accordo con Forestas per aprire una bretella verso le miniere»

07 gennaio 2020
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LULA. «Il Cai sul Montalbo per condurre il paese nel Sentiero Italia. Obiettivo: costruire un sentiero di bretella di collegamento per consentire agli escursionisti la tappa nel paese delle antiche miniere». Lo ha dichiarato Matteo Marteddu, presidente del Cai Nuoro, che con i componenti della commissione sentieri e cartografie, ha avviato, a inizio anno, la ricognizione del percorso e eventuali soluzioni da proporre nel tavolo tecnico con il Comune e l’agenzia Forestas.

Prosegue Marteddu: «Il sentiero Italia sentiero storico Cai, 8mila km lungo la dorsale della penisola, ha inizio da Santa Teresa di Gallura, per i 600km nell’isola. Dalle aree del Parco Tepilora attraversa il Montalbo per riversarsi nella piana del Cedrino e, tra mare e montagne, sino al Supramonte di Oliena, Dorgali, Orgosolo e alle cime del Gennargentu».

«Il Cai ha in animo di presentare al tavolo tecnico con Forestas, una bretella da inserire nella rete escursionistica sarda, Res e nel Sira, Sistema informatico regionale ambiente, che agevoli le presenze nel borgo di Lula».

Prima verifica pochi giorni fa con partenza del gruppo guidato da Marteddu da Janna Nurai a qualche chilometro dal paese, sotto Turuddò: «Carrareccia ancora con le stigmate stampate sul calcare delle ruote dei carri carichi di legna e carbone».

«Sulla destra Tumba Nurai, la voragine immensa, generatrice di storie e leggende Richiamante il Risus Sardonicus dei vecchi accompagnati a morire, con la smorfia drammatica sul viso contratto mentre i figli li spingevano dent

ro la forra del destino finale». E ancora sul sentiero nel bosco di lecci, Mandra Brujata, svolta verso Punta Catirina, Irtala, salita sul nudo calcare. E giù la bella immagine: «In lontananza, sui crinali di Mesu’e Puntas nove mufloni guidati da due maschi saettavano e danzavano sulle rocce. Il vento di Punta Catirina libera le valli di Lodè e delle piane del Parco Tepilora, sino alla Gallura e ai mari dell’isola di Tavolara. Luoghi di silenzi graffiati da cinghiali a Campu’e Susu e sa’e Mussinu, dove il Pinnettu rinnovato nelle sue strutture antiche riesce a far rivivere le magie che avvolgevano la vita dei caprai».

Tutto intatto e senza tempo e «anche sa mandra, centro nevralgico di una professione che non scontava il turbinio dei tempi moderni. Ancora in salita per Janna Cumitarvu, Janna Aitu ’e Voe e Punta Romasino».

Sono nomi lastricati di storie che il Cai, insieme al Comune di Lula, vorrebbe presentare per inserirli nei grandi circuiti nazionali dell’escursionismo.

Un incontro tra Matteo Marteddu e il sindaco Mario Calia, il pomeriggio dell’escursione Cai, ha gettato le basi per una proficua collaborazione «nel rispetto integrale della storia, di ogni tratturo, di ogni pietra che parla, delle indicazioni della comunità di Lula e sua amministrazione». Il sentiero percorso giorni fa è parte del programma escursioni Cai 2020.

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