La Nuova Sardegna

Nuoro

La rabbia dei cardiopatici arriva in Parlamento

di Giusy Ferreli
La rabbia dei cardiopatici arriva in Parlamento

Lanusei, la deputata Mara Lapia (M5S) interviene sulla mancata apertura dell’Emodinamica

11 gennaio 2020
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LANUSEI. La clamorosa protesta dei cardiopatici ogliastrini, impegnati nello sciopero della fame e dei farmaci salvavita contro la mancata apertura della sala di Emodinamica dell'ospedale di Lanusei, continua a tener banco nel dibattito politico. La vicenda, nonostante dalla Regione non sia ancora arrivata alcuna presa di posizione ma solo un assordante silenzio, ieri è approdata in Parlamento grazie ad un intervento della deputata pentastellata Mara Lapia. «Sono intervenuta in aula – dice la parlamentare – per portare all’attenzione della Camera un problema che affligge l'Ogliastra: si tratta della vicenda che riguarda l'ospedale Nostra signora della Mercede di Lanusei. Qui i cardiopatici hanno iniziato una forma di protesta molto preoccupante, interrompendo i farmaci salvavita. Questo perché otto anni fa dalla Comunità europea sono stati stanziati 850mila euro per costruire la sala di emodinamica che è ancora chiusa». Lapia, componente della Commissione affari sociali e sanità, ha ricordato che la sala del presidio ospedaliero è pronta, ha passato tutti i controlli e per una sola firma mancante da parte della Regione, ancora oggi, non risulta attiva. «Si tratta di un ostruzionismo vergognoso – tuona la deputata –, perché ad oggi questi pazienti non possono accedere a importanti cure». Nel frattempo l'esponente del Partito democratico Salvatore Corrias, unico consigliere regionale ogliastrino, dopo un'interrogazione rivolta all'assessore alla Sanità Mario Nieddu ha spedito un richiesta formale di accesso agli atti per sapere cosa abbia fermato l'iter di accreditamento della sala, iter dato ormai come chiuso a parte un'ultima firma degli uffici regionali. Nel 2016 era stata avviata la fase di accreditamento provvisorio, procedura che in quell'occasione portò nel luglio del 2017 ad una sperimentazione durata tre mesi. Da allora ci sono stati solo impegni che, in numerose occasioni e nell’ennesima occupazione del reparto di Cardiologia da parte degli “Amici del cuore”, sono serviti a rabbonire gli animi dei malati di cuore e degli amministratori locali ma non hanno sortito nessun effetto concreto.

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