La Nuova Sardegna

Nuoro

Donazione degli organi nasce il punto informativo

di Kety Sanna
Donazione degli organi nasce il punto informativo

Al San Francesco si potranno avere spiegazioni ed esprimere la propria volontà Ticca: «Capoluogo e provincia sono favorevoli, nel 2019 ce ne sono state 14»

19 gennaio 2020
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NUORO. Nel reparto di Anestesia e Rianimazione del San Francesco, struttura d’eccellenza della sanità isolana, diretta dal primario Peppino Paffi, da qualche settimana è stato attivato un punto informativo permanente dedicato alla donazione degli organi. A promuoverlo e gestirlo, la dottoressa Pietrina Ticca, referente del coordinamento trapianti presso l’Area socio sanitaria locale che sarà a disposizione di tutti i cittadini per fornire risposte e chiarimenti sui trapianti, in particolare, come e dove è possibile esprimere la propria volontà rispetto alla donazione. Obiettivo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare le persone all’importanza di compiere una scelta informata e consapevole quando si è in vita, senza demandare una decisione difficile ai propri familiari in un momento di dolore e scarsa lucidità qual è quello della morte. «C’è ancora tanto da fare per riuscire a coinvolgere i cittadini in questo importante argomento – dice la responsabile –. A maggior ragione occorre dare la possibilità a tutti di informarsi affinché facciano una scelta consapevole, e capiscano l’importanza dell’atto di donare un organo, come azione di estrema generosità verso gli altri».

Nella sua postazione provvisoria al primo piano del reparto del San Francesco, in attesa di occupare a breve quella definitiva, Pietrina Ticca è a disposizione di chiunque abbia l’esigenza di approfondire il discorso e fare una scelta in vita, consapevole e personale che, sia essa di assenso oppure di opposizione, ma che solleverebbe i familiari dalla responsabilità di decidere in un momento tanto doloroso.

«Occorre spiegare subito che si arriva a parlare di donazione di organi quando al paziente ricoverato in terapia intensiva, per legge, viene accertata la morte cerebrale. Perciò si è chiamati ad esprimere la propria volontà di donazione quando si è in vita. Da qualche anno anche gli uffici anagrafe dei comuni di residenza, all’atto del rilascio del documento di identità, dovrebbero richiedere all’utente di indicare la propria scelta. È importante – aggiunge la dottoressa Ticca – che il cittadino chiamato a scegliere per un familiare, abbia la percezione che i medici hanno fatto tutto il possibile per salvargli la vita. Molti sono restii a dare il consenso per paura di mancare di rispetto al defunto. Sarebbe bello, invece, riuscire a far capire loro che con la donazione degli organi si dà anche un senso alla morte del proprio caro».

Nuoro e provincia si sono mostrate favorevoli alle donazioni. Basti pensare che Dorgali è stato premiato a livello nazionale perché ha avuto il maggiore numero di consensi per le donazioni. Nell’ultimo anno all’ospedale San Francesco ce ne sono state 14, mentre decine sono le persone ancora in attesa di trapianto. In base ai dati aggiornati a marzo 2019, i pazienti in attesa di un rene sono 42; 8 quelli che aspettano un fegato; uno il pancreas e 5 un cuore. Sono uomini e donne che vivono nell’attesa, sempre con la valigia pronta per trovarsi preparati in caso di chiamata. «Un ruolo importante nella quotidianità – aggiunge la referente del coordinamento trapianti dell’Assl nuorese – viene svolto dalle associazioni dei trapiantati che rappresentano le braccia della struttura. È con loro che si cerca di fare sensibilizzazione sul campo, con attività che vedono coinvolte anche le scuole. Abbiamo deciso di rivolgerci ai giovani dai 17 anni, facendo con loro prevenzione. Non escludiamo però, visto il successo avuto alle scuole medie di Lula, di abbassare la fascia di età degli studenti con i quali confrontarci. È importante – conclude Pietrina Ticca – che i nostri ragazzi sappiano che la possibilità che ognuno di noi ha di trovarsi ad aver bisogno di un organo, è tre volte superiore alla condizione di doverlo donare. Si parte perciò dalla spiegazione di quanto sia importante non arrivare al trapianto avendo un maggior rispetto della vita».

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