Maxi bolletta da 5mila euro: coppia di Budoni vince contro Abbanoa
Il tribunale di Nuoro ha dato ragione a marito e moglie ottantenni
30 gennaio 2020
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BUDONI. Il tribunale di Nuoro ha dato ragione ad una coppia di ottantenni a cui Abbanoa chiedeva oltre 5mila euro per l’acqua consumata in una casa di vacanza, abitata un solo mese all’anno. La bolletta era relativa ai conguagli di dieci anni 2006 al 2016 e relativi ad un contatore sostituito perché non funzionante.
I due coniugi si erano però opposti e gli operai del gestore idrico, non ottenendo il pagamento delle somme avevano quindi provveduto al distacco della fornitura idrica.
Nel maggio del 2017 l'anziano capofamiglia, si rivolge all'avvocato Giuseppe Durgoni e si decide di contestare interamente le fatture, ma per riallacciare la fornitura, la coppia è costretta a versare 500 euro mentre arriva anche un ingiunzione di pagamento per il resto della somma.
L’avvocato decide di intentare una causa per ottenere la nullità delle fatture che hanno dato corso all’ingiunzione e dell’ingiunzione di pagamento stessa, in quanto ritenute non dovute perché provenienti da una perdita occulta.
Nei giorni scorsi, il tribunale di Nuoro, accogliendo la richiesta anche sulla base delle risultanze dell’idraulico che aveva riparato la perdita occulta della cisterna interrata, dichiara nulle le fatture e l’ingiunzione di pagamento in quanto non dovute, disponendo anche la restituzione di quanto versato per ottenere il riallaccio dell’acqua e infine, la restituzione delle spese legali sostenute dai due anziani utenti.
Per il pagamento delle spese, l’avvocato Durgoni è stato costretto, come spiega lui stesso «a far emettere dall’autorità giudiziaria un apposito atto di precetto, provvedendo successivamente addirittura al pignoramento dei beni mobili dell’Ente gestore: scrivanie, computer e altro». Ora la parola fine anche sulle ingiunzioni.(s.s.)
I due coniugi si erano però opposti e gli operai del gestore idrico, non ottenendo il pagamento delle somme avevano quindi provveduto al distacco della fornitura idrica.
Nel maggio del 2017 l'anziano capofamiglia, si rivolge all'avvocato Giuseppe Durgoni e si decide di contestare interamente le fatture, ma per riallacciare la fornitura, la coppia è costretta a versare 500 euro mentre arriva anche un ingiunzione di pagamento per il resto della somma.
L’avvocato decide di intentare una causa per ottenere la nullità delle fatture che hanno dato corso all’ingiunzione e dell’ingiunzione di pagamento stessa, in quanto ritenute non dovute perché provenienti da una perdita occulta.
Nei giorni scorsi, il tribunale di Nuoro, accogliendo la richiesta anche sulla base delle risultanze dell’idraulico che aveva riparato la perdita occulta della cisterna interrata, dichiara nulle le fatture e l’ingiunzione di pagamento in quanto non dovute, disponendo anche la restituzione di quanto versato per ottenere il riallaccio dell’acqua e infine, la restituzione delle spese legali sostenute dai due anziani utenti.
Per il pagamento delle spese, l’avvocato Durgoni è stato costretto, come spiega lui stesso «a far emettere dall’autorità giudiziaria un apposito atto di precetto, provvedendo successivamente addirittura al pignoramento dei beni mobili dell’Ente gestore: scrivanie, computer e altro». Ora la parola fine anche sulle ingiunzioni.(s.s.)