La Nuova Sardegna

Nuoro

Incidente sul lavoro, tre a processo

di Federico Sedda
Incidente sul lavoro, tre a processo

Orosei, due operai feriti da una gomma scoppiata. Parla il consulente del pm

05 febbraio 2020
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NUORO. Secondo l’accusa che ne ha ottenuto il rinvio a giudizio per il reato di lesioni personali colpose, a vario titolo con le loro condotte, il 15 ottobre del 2015 avevano consentito che due loro dipendenti, Franco Podda, della società Buonfigli business service, e Luciano Deluigi, della Marmi Scancella, «effettuassero la sostituzione del pneumatico posteriore sinistro dell’automezzo Dumper Volvo A30/E, senza adottare le necessarie precauzioni di sicurezza e comunque senza seguire le istruzioni del libretto di uso e manutenzione in dotazione al mezzo, che prescriveva “Non tenersi a fianco del pneumatico durante il gonfiaggio”, e consentendo che i due dipendenti fossero investiti, inermi, dall’improvvisa esplosione del pneumatico», e per questo, entrambi gli operai avevano riportato diverse lesioni personali.

Per gli avvocati Fabio Varone e Salvatore Murru – che tutelano gli imputati Giovanni Buonfigli, Anna Scancella, e Salvatore Vacca, ovvero i vertici delle due società dalle quali dipendevano i due operai feriti, gli imputati non hanno avuto alcuna colpa nell’incidente sul lavoro ma la responsabilità di quanto è successo sarebbe da attribuire agli stessi operai. Perché, sostiene la difesa, se i due operai avessero adottato la posizione corretta e prescritta dal libretto d’uso e manutenzione del mezzo, l’infortunio non si sarebbe verificato.

E che la posizione dei due dipendenti non fosse esattamente quella suggerita dal libretto d’utilizzo del mezzo, ieri mattina in tribunale lo ha confermato anche il consulente del pubblico ministero, Giampiero Leoni al processo per lesioni colpose. «Gli operatori – ha spiegato – presumibilmente si trovavano di fronte al pneumatico. Sarebbe opportuno, invece, sistemarsi dietro».

Secondo quanto avevano stabilito gli esperti dello Spresal, tuttavia, le società datrici di lavoro dei due operai, avrebbero avuto in ogni caso una responsabilità nell’incidente sul lavoro perché avrebbero dovuto imporre la delimitazione della zona di rischio attraverso l’utilizzo di coni, nastri o catene. La difesa è tuttavia pronta a dimostrare che questa delimitazione non era affatto necessaria e poteva essere persino pericolosa. Il processo proseguirà a metà del prossimo mese di maggio per esaminare i testimoni e il consulente tecnico indicato dai due difensori degli imputati.

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