La Nuova Sardegna

Nuoro

aritzo 

“Nonno pino” simbolo del paese si arrende al tempo

di Giovanni Melis
“Nonno pino” simbolo del paese si arrende al tempo

L’albero monumentale è caduto al suolo. Il sindaco: «Faceva parte della nostra identità»

08 febbraio 2020
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ARITZO. Oppinu de Addalcía si è arreso al tempo. L'albero simbolo del territorio di Aritzo è venuto giù nei giorni scorsi, staccandosi da quel suolo che gli ha dato vita per oltre cent'anni. Si trattava di un monumentale pino domestico alto oltre 16 metri e con circonferenza di circa 4 metri. «Uno dei più maestosi pini da pinoli presenti in Sardegna – ricorda Gianni Paba – più che secolare e che, secondo diversi autori e la memoria storica della comunità, sarebbe stato impiantato da un segantino toscano, durante una delle stagionali migrazioni per l’utilizzo dei boschi della zona». Ma la forza principale dell’albero, oltre alle sue caratteristiche e alle valenze naturalistiche e botaniche, è l’aver messo radici nell’immaginario della comunità che lo contempla da secoli. «Non a caso – aggiunge la docente Tonina Paba - la sua caduta ha riattivato i ricordi di persone e aritzesi che vivono fuori dell’Isola ma che associano s’oppinu de Addalcía alla loro infanzia e fanciullezza. Generazioni di aritzesi hanno goduto della sua vista, dei suoi frutti, della sua ombra». Esso era ben visibile da chi percorreva la strada che da Belvì porta ad Aritzo. Si ergeva nella vallata come un gigante solitario. La sua altezza e imponenza ne avevano fatto un simbolo della comunità che deve la sua stessa crescita alle attività legate al bosco. «Dalla tradizionale attività dei bottai – osserva il sindaco Gualtiero Mameli – ai costruttori di cassepanche intagliate, al commercio di castagne, noci, nocciole e loro derivati. Le donne, tradizionalmente dedite alla raccolta delle nocciole, hanno saputo trasmettere ai bambini l’attenzione verso questo gigante, attenzione che nel tempo si è trasformata in affetto tanto da meritargli l’appellativo di Nonno Pino». S’Oppinu era conosciuto e apprezzato anche dai numerosi villeggianti e turisti che arrivano ad Aritzo. Posto, infatti, nel bel mezzo de Su Paldu, era meta obbligata di chi si recava a visitare il monumento naturalistico del Texile. Adesso, come reazione alla tristezza, vi è una gara su come ricordare s’oppinu che non c’è più. «È caduto un albero identitario – conclude il sindaco Mameli – e restano le proposte vanno da rimpiantarne uno simile sullo stesso posto, tanti altri in tutto il territorio, a trasformare il suo tronco in opere d’arte da sistemare negli spazi pubblici del paese e, ancora, vi è chi ha proposto di ricavarne tanti taglieri di uso quotidiano da avere in ogni casa."Il sindaco annuncia " una manifestazione pubblica, forse anche una mostra con foto e ricordi di ogni persona che vorrà condividerli. Lettura di testi poetici e quant’altro si crederà di porre in atto per esternare e conservare il grande legame affettivo fra la comunità e il gigante solitario del bosco».



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