La Nuova Sardegna

Nuoro

Addio a ziu Bachis, nonnino di 102 anni

di Nino Muggianu
Addio a ziu Bachis, nonnino di 102 anni

Dorgali, ha guidato la sua Fiat 500 fino a qualche anno fa. Oggi i funerali

11 febbraio 2020
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DORGALI. Dorgali perde il suo nonnino ultracentenario, ziu Bachis Ladu, di 102 anni. I funerali si terranno questo pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina. Si è spento ieri mattina, all’improvviso, senza che avesse dato segni di cedimento di nessun genere, senza fare rumore. Lucidissimo fino all'ultimo, aveva parlato con i familiari che lo hanno accudito sempre con amore, fino a poco prima. Poi ha “salutato” tutti prima di partire per il suo ultimo viaggio. Lui che di viaggi ne sapeva qualcosa: con la sua vecchia Fiat 500, infatti, ha guidato fin oltre i 100 anni. Con una manovra perfetta entrava nel garage di casa, spesso sotto lo sguardo ammirato dei vicini. Era autosufficiente fino all'ultimo. «Diciamo che si è addormentato – dice una delle tre figlie –. Ha parlato fino a poco prima poi ha chiuso gli occhi e se n’è andato».

Sposato con la signora Serafina, era circondato da cinque nipoti e due pronipoti. Era il più grande i quattro fratelli. Ha fatto sempre il contadino, ma ha lavorato anche come operaio quando è stato costruito il ponte sul Cedrino e la diga. La sua passione era comunque la campagna, la sua vigna e, da buon dorgalese, faceva un ottimo vino.

«Era un uomo molto tranquillo. Le sue caratteristiche principali erano l'onestà e il lavoro; non è mai stato con le mani in mano. Ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale» aggiunge la figlia che ha racconta dei 7 anni trascorsi nell’inferno del fronte croato.

Finito il conflitto, dopo l’armistizio è andato ad ingrossare le fila dei tanti soldati italiani sbandati. Il suo obiettivo era tornare nella sua Sardegna al suo paese natio. Con altri sardi e amici napoletani ha attraversato l'Italia a piedi passando negli Appennini prima di raggiungere Napoli. Poi, come raccontava lui, l’imbarco per la Sardegna e il rientro a Dorgali. Un’esperienza che in ziu Bachis ha lasciato il segno, tanto che dopo il rientro a casa, per anni non ha mai voluto parlare della Guerra.

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