La Nuova Sardegna

Nuoro

Omicidio Sella a Mamoiada, «Delitto gravissimo: giusto negare le attenuanti»

Definitivi i 18 anni a Gungui: la Cassazione motiva il rigetto del ricorso

13 febbraio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. «Condotta violenta, comportamento processuale negativo e la carenza di qualsiasi spiegazione in merito al gravissimo delitto commesso»: anche queste ragioni sono alla base della sentenza con la quale, lo scorso 11 settembre, la Corte di cassazione, rigettando il ricorso della difesa, ha reso definitiva la condanna a 18 anni con il rito abbreviato del giovane mamoiadino Marcello Gungui, per l’omicidio del suo amico e compaesano Danilo Sella, ucciso nelle campagne di Mamoiada il 18 settembre del 2008 con un colpo di fucile calibro 12 caricato a pallettoni esploso a bruciapelo, dall’alto verso il basso, «mentre la vittima era inginocchiata o accosciata a terra».

Anche per la Suprema corte, nelle pagine con le quali motiva il rigetto del ricorso presentati dai difensori di Gungui, gli avvocati Basilio Brodu e Gianluigi Mastio, e rende definitiva la condanna a 18 anni, quella che era andata in scena dodici anni fa era stata una brutale esecuzione per un movente mai del tutto accertato fino in fondo ma legato probabilmente ad alcuni screzi precedenti.

La difesa aveva presentato ricorso in Cassazione per diversi motivi e in particolare perché riteneva che la sentenza di secondo grado avesse travisato le prove, perché la riteneva ricca di elementi valorizzati solo in chiave accusatoria, ma in realtà, sostengono i difensori, «privi di gravità, precisione e concordanza». Uno su tutti: l’alibi. Per i giudici di secondo grado Gungui aveva prodotto un alibi falso, per quella notte e per il mattino seguente, e anche nelle dichiarazioni dei suoi familiari c’erano diverse incongruenze sospette. Per i due difensori di Gungui, in realtà Gungui non aveva mai fornito alcun alibi, tantomeno falso, e, d’altra parte, non poteva essere giudicato sospetto se nella dichiarazioni dei suoi familiari vi fossero alcune incongruenze, visto che erano stati sentiti a una certa distanza di tempo dall’omicidio. Ma la difesa ha lamentato anche il fatto che una prova potenzialmente molto importante fosse stata trascurata: i giudici, infatti, non avevano disposto una perizia sulla cartuccia inesplosa trovata vicino al cadavere del giovane Danilo. E lì, a loro giudizio, si sarebbero potute trovare le tracce del vero killer. Nel suo ricorso, inoltre, la difesa di Gungui ritiene troppo dura la condanna e che fosse giusto, invece, partire da una pena base più bassa e di riconoscere le attenuanti generiche. I giudici della Cassazione, dopo aver richiamato e accolto in pieno gli elementi forniti nella memoria presentata dagli avvocati delle parti civili, Francesco Lai e Sebastian Cocco, spiegano per quali ragioni abbiano deciso di rigettare il ricorso della difesa. Per la Suprema corte, infatti, tutti gli elementi raccolti a processo convergono in modo univoco verso la ricostruzione dei fatti accolta anche in secondo grado: Sella e Gungui si erano accordati per vedersi il mattino dopo per eliminare un cane randagio che stava infastidendo le pecore. «La ricostruzione degli avvenimenti – scrive la Cassazione – si è attenuta strettamente a risultanze oggettive e le deduzioni tratte dalle condotte non mostrano crepe di ordine logico». I giudici, poi, affrontano anche la questione dell’entità della pena data a Gungui. «La misura della pena – spiegano i giudici della Cassazione – rientra nella discrezionalità del giudice». E gli stessi giudici condividono anche la scelta dei loro colleghi di secondo grado di non riconoscere a Gungui le attenuanti generiche. «La Corte territoriale – aggiungono – ha richiamato, quali basi per la scelta dosimetrica della sanzione, la condotta violenta, il comportamento processuale negativo e la carenza di qualsiasi spiegazione». (v.g.)

In Primo Piano
Disagi

Alghero, tre passeggeri lasciati a terra per overbooking da Aeroitalia

di Massimo Sechi

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

Le nostre iniziative