La Nuova Sardegna

Nuoro

Sindaca e assessore prosciolti

di Valeria Gianoglio

Turbativa d’asta, scagionati la prima cittadina Maria Itria Fancello e Fabrizio Corrias

13 febbraio 2020
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NUORO. Tutti archiviati, nonostante l’opposizione alla richiesta di proscioglimento avanzata dalla persona offesa. Per il gip del tribunale di Nuoro, Claudio Cozzella, non ci sono stati dubbi: i nove indagati, a vario titolo, per l’accusa di “turbativa d’asta” nell’ambito di una gara per aggiudicare la gestione dei siti archeologici di Dorgali nel 2016, devono essere prosciolti da ogni accusa, così come, lo scorso 28 giugno, aveva chiesto lo stesso pm Emanuela Porcu. Perché, spiega il gip, «all’esito delle corpose indagini esperite, le accuse originariamente formulate nei confronti degli indagati non hanno trovato concreto riscontro di talché, a oggi, il quadro indiziario raccolto appare del tutto inconsistente e comunque non idoneo a sostenere l’accusa in un eventuale giudizio». E per questa ragione, il giudice per le indagini preliminari ha ordinato la restituzione degli atti al pubblico ministero e l’archiviazione del procedimento nei confronti degli indagati, a cominciare dalla sindaca di Dorgali del movimento Cinque stelle, Maria Itria Fancello, difesa dall’avvocato David Piredda. Archiviata la sua posizione, dunque, e archiviata anche quella dell’assessore Fabrizio Corrias, del marito della sindaca, Alberto Nani, e di Gian Pier Cucca, Marco Canu, Maria Tedde, Maria Grazia Corrias, Angelo Useli e Pier Luigi Mulas, difesi dagli avvocati Giuseppe Sanna, Paola Marteddu, Martino Salis, Alessandro Tuvoni, Giuseppe Talanas e Antonio Careddu. Si conclude così, con un maxi proscioglimento in sede di indagini preliminari, l’inchiesta nata qualche tempo fa legata a una bando per aggiudicare la gestione del siti archeologici di Dorgali. Secondo l’accusa iniziale, la sindaca Fancello, aveva agevolato l’aggiudicazione della gara d’appalto alla cooperativa Ghivine, dove all’epoca lavorava il marito Alberto Nani come guida ambientale. «Si tratta di un bando che è stato pubblicato il giorno successivo al nostro insediamento nel giugno del 2016 – aveva spiegato la sindaca sulla sua pagina Facebook – ed è stato aggiudicato dalla cooperativa Ghivine circa un mese dopo. La gara è stata gestita da una apposita commissione e mai ho cercato di favorire la cooperativa dove lavorava mio marito». Ma che le accuse fossero sostanzialmente prive di fondamento, in realtà se n’era reso conto lo stesso pubblico ministero dopo aver fatto tutte le verifiche e gli accertamenti necessari. E per questa ragione, il 28 giugno dell’anno scorso aveva formulato una richiesta di archiviazione per tutti gli indagati e l’aveva depositata in cancelleria il 25 settembre. Contro questa richiesta di archiviazione, tuttavia, si erano opposte le persone offese: Fabrizio Delussu, Maria Giuseppa Masuri, e la società Gennargentu snc di Dorgali.

Per il gip Cozzella, la loro opposizione alla richiesta di archiviazione era sì ammissibile, ma non poteva essere accolta perché «infondata nel merito», mentre lo stesso giudice condivide «pienamente le puntuali osservazioni poste dal pm a fondamento della relativa richiesta e prima ancora dal gip in sede di rigetto dell’avanzata richiesta di misura cautelare». E per questi motivi, il gip, «ritenuto che la prosecuzione del presente procedimento penale sia del tutto inopportuna, in quanto destinata al fallimento, e che i supplementi istruttori suggeriti dalle persone offese appaiono, in parte, del tutto esplorativi, dall’altra superflui», il gip «ordina l’archiviazione del presente procedimento», nei confronti di tutti e nove gli indagati. Tutti prosciolti, dunque.

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