La Nuova Sardegna

Nuoro

Droga, è scontro sulle intercettazioni

di Luca Urgu
Droga, è scontro sulle intercettazioni

Orgosolo, entra nel vivo il processo con 14 accusati anche di traffico di armi

15 febbraio 2020
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ORGOSOLO. Ancora scintille tra le parti sul nodo fondamentale delle intercettazioni e del loro significato. Già ventotto le udienze celebrate e le discussioni sembrano ancora molto lontane. Per il sottufficiale dell’Arma dei carabinieri del comando provinciale di Nuoro sentito ieri ancora come teste sul contenuto delle intercettazioni ambientali non ci sono dubbi. In quei dialoghi si parla di armi e droga, di quantitativi e guadagni, di marche di pistole e fucili e di munizioni. Sebbene il linguaggio in alcuni casi sia chiaramente criptico, diverse frasi per l’investigatore - citato come testimone dell’accusa dal procuratore della Dda Gilberto Ganassi – fanno riferimento al traffico di cocaina. Il militare per oltre un’ora è stato interrogato e contro interrogato dalle difese nel processo che vede sul banco degli imputati 14 persone (Lucio Baltolu, Gaetano Frio, Enrico Brau, Antonio Francesco Mereu, Danilo Manzoni, Roberto Mezza, Giulio Cesare Mulas, Raffaele Paladini, Paolo Paris, Antonio Francesco Pipere, Francesco Piras, Peppino Puligheddu, Vittorio Scano e Giampiero Serra), accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di armi e stupefacenti.

La droga secondo gli inquirenti arrivava da un collegamento che gli orgolesi trapiantati in Emilia avevano con una cosca calabrese. Anche ieri battaglia in aula tra i difensori degli imputati e l’accusa, i primi contestavano il fatto che quei dialoghi in sardo fossero interpretati e piegati alla tesi accusatoria. Pubblica accusa e teste non vedevano altro significato invece che quello di un traffico ormai pianificato di droga dal sodalizio e alcune frasi captate dalle microspie in un auto tra Giovanni Mereu e Pipere non lascerebbero adito a dubbi. «Ne devo dare tre chili a uno ora …e ne metterò anche la tua in mezzo», è uno dei dialoghi tradotti dal perito del tribunale, sempre tra i due orgolesi, che continua con le assicurazioni «che sia buona, eh» e poi sulle modalità del pagamento con la domanda «Quaranta giorni o facciamo due mesi?». E ancora sempre il dialogo in orgolese poi tradotto in italiano dai periti Sanna e Pinna, due dei quattro nominati dal tribunale (ci sono anche Marcialis e Piga) che stanno lavorando su una mole enorme di intercettazioni che si sofferma su prezzi, quantità e resa. Il processo riprende il 26 febbraio ancora con i testi e il riconoscimento delle voci dalle intercettazioni al momento depositate.

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